venerdì 30 novembre 2007
Un pò di buona televisione.
Avete seguito Benigni la sera del 29 Novembre?
E' stato uno SPETTACOLO!!
Ha dato una grande lezione sull'appartenere e sull' essere italiani.
Ha lodato l'Italia per quello che ha dato all'umanità, dalla cultura alla poesia,dalla filosofia alla storia ed altro ancora.
Seguendolo ho segnato alcuni passi:
- Gli esseri umani.Una cosa che hanno in comune è che sono tutti diversi
-il destino non è come un treno che passa e che noi dobbiamo aspettare per prenderlo,il destino dobbiamo costruirlo non subirlo
-bisogna esserci,prendersi le responsabilità,bisogna scegliere ,appartenere
-i poeti hanno qualcosa di urgente da dirci
-quella scintilla di eternità che è dentro di noi e che ci fa capire che c'è qualcosa che non finirà mai
-bisogna conoscere,affrontare ed attraversare il male per poi conoscere il bene
-si deve chiarire il proprio rapporto con l'amore perchè se questo non ha regole e segue soltanto l'istinto può rovinare tutta la vita
-bisogna educare i ragazzi all'amore.Un grande pedagogo diceva"datemi i primi sette anni di un uomo e poi tenetevi il resto"
-speriamo che la bellezza ci attraversi come un fiume,così,semplicissimamente
E poi i versi più belli del quinto canto:
così quel fiato li spiriti mali
di qua, di là, di giù, di sù li mena;
Amor, ch’a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m’abbandona.
Amor condusse noi ad una morte.
Poi mi rivolsi a loro e parla’ io,
e cominciai: "Francesca, i tuoi martìri
a lagrimar mi fanno tristo e pio.
Ma dimmi: al tempo d’i dolci sospiri,
a che e come concedette amore
che conosceste i dubbiosi disiri?".
Quando leggemmo il disïato riso
esser basciato da cotanto amante,
questi, che mai da me non fia diviso,
la bocca mi baciò tutto tremante.
Mentre che l’uno spirto questo disse,
l’altro piangëa;
io venni men così com’io morisse.
E caddi come corpo morto cade.
Le parole più usate in questa serata sono state cuore,gioia,bellezza,sentimento umano,pietà,orgoglio di appartenere,bisogno di sensualità e di tenerezza e mille volte la parola AMORE.
Mi ha trasmesso una carica di benessere.
mercoledì 28 novembre 2007
Mistero del mondo
La fonte profonda lo sa bene,
Una volta erano tutti profondi e muti,
E tutti sapevano,
E’ come parola magica incertamente echeggiata
E non compresa fino in fondo,
Ch’esso va ora di bocca in bocca.
La fonte profonda lo sa bene;
Chino su di essa, lo ha afferrato un uomo,
L’ha afferrato e poi riperso.
E ando’ vaneggiando e canto’ una canzone –
Scuro specchio su cui si china
Un giorno una bambina ed esce di se’.
E cresce, e di se’ non sa nulla
E diventa una donna, e c’e’ uno che l’ama
E – e’ meraviglioso quel che da’ l’amore!
Che scienza profonda da’ l’amore! –
Di cose, oscuramente presagite,
Si ha, nei suoi baci, il monito profondo…
E le nostre parole lo contengono,
Cosi’ del mendicante calpesta il piede il ciottolo,
Che imprigiona una pietra preziosa.
La fonte profonda lo sa bene,
Ma una volta lo sapevano tutti,
Ora si aggira, balenante, un sogno.
Hugo Von Hofmannsthal
da leggere e rileggere.
venerdì 23 novembre 2007
Intensità
martedì 20 novembre 2007
Nessun dorma
Nessun dorma! Nessun dorma!
Tu pure, o, Principessa,
nella tua fredda stanza,
guardi le stelle
che fremono d'amore
e di speranza.
Ma il mio mistero e' chiuso in me,
il nome mio nessun sapra!
No, no, sulla tua bocca lo diro'
quando la luce splendera'!
Ed il mio bacio sciogliera il silenzio
che ti fa mia!
(Il nome suo nessun sapra!...e noi dovrem, ahime, morir!)
Dilegua, o notte!
Tramontate, stelle!
Tramontate, stelle!
All'alba vincero'!
vincero', vincero'
Osservando i miei figli
...questo è il problema
Imparare a vedere
vedere quel che non si è visto,
vedere di nuovo quel che si è già visto,
vedere in primavera quel che si è visto in estate,
vedere di giorno quel che si è visto di notte,
con il sole dove la prima volta pioveva
l'ombra che non c'era.
Bisogna ritornare sui passi già dati...
per tracciarvi a fianco nuovi cammini.
Bisogna ricominciare il viaggio.
Sempre.
José Saramago - Viaggio in Portogallo
Cerca l'isola
Seconda stella a destra questo è il cammino
e poi dritto fino al mattino,
poi la strada la trovi da te,
porta all'isola che non c'è.
..e ti prendono in giro se continui a cercarla
ma non darti per vinto perchè,
chi ci ha già rinunciato e ti ride alle spalle
forse è ancora più pazzo di te.
E.Bennato - L'isola che non c'è
La ricchezza del tempo
Sollievo
mercoledì 14 novembre 2007
il progetto
Se ti allontani ti cercherò
IL PRINCIPE
Volevamo costruire assieme
una casa bella e tutta nostra
alta come un castello
per guardare oltre i fiumi e i prati
su boschi silenti.
Tutto volevamo disimparareciò che era piccolo e brutto,
volevamo decorare con canti di gioia
vicinanze e lontananze,
le corone di felicità nei capelli.
Ora ho costruito un castello
su un'estrema e silenziosa altura;
la mia nostalgia sta là e guarda
fin alla noia, ed il giorno si fa grigio
principessa, dove sei rimasta?
Ora affido a tutti i venti
i miei canti arditi.
Loro devono cercarti e trovarti
e svelarti il dolore
di cui soffre il mio cuore.
Devono anche raccontarti
di una seducente infinita felicità,
devono baciarti e tormentarti
e devono rubarti il sonno
-principessa, quando tornerai?
SULL' AMORE
Si chiama amore
ogni superiorità,
ogni capacità di comprensione,
ogni capacità di sorridere nel dolore.
Amore per noi stessi
e per il nostro destino,
affettuosa adesione
ciò che l'Imperscrutabile
vuole fare di noi
anche quando non siamo ancora in grado
di vederlo e di comprenderlo
questo è ciò a cui tendiamo.
I libri
Tutti i libri del mondo
non ti danno la felicità,
in segreto ti rinviano a te stesso.
Lì c'è tutto
ciò di cui hai bisogno,
sole stelle luna.
Perché la luce
che cercavi
vive dentro di te.
La saggezza
che hai cercato a lungo in biblioteca
che hai cercato a lungo in biblioteca
ora brilla in ogni foglio,
perché adesso è tua.
Hermann Hesse da La felicità, versi e pensieri
A volte
A volte basta poco
Per perdersi o allontanarsi
A volte può sembrare un gioco
Dividersi
A volte basta poco
Per non udire
A volte può sembrare un gioco
Trasgredire
A volte basta poco
Per ricordare di amare
A volte può sembrare un gioco
Vivere di sognare
A volte basterebbe
parlarsi con gli occhi
solo per non odiare
IL SILENZIO
CORE ANALFABBETA
martedì 13 novembre 2007
La felicità
Oggi ho pensato alla felicità.
La immagino come un attimo infinito, così semplice e puro da non essere colto quasi.
Forse la felicità non si fa abbracciare da sola, perché sa che noi abbiamo le capacità per andare da lei, possiamo scegliere, possiamo volerla.
Ho letto una frase bellissima: «Finché ho un desiderio, ho una ragione per vivere».
Chissà, forse ciò inviterà a riflettere, forse no, ma almeno ha dato speranza a me e ha cambiato questa fredda giornata di autunno.
da Vanity Fair di Novembre
da Vanity Fair di Novembre
Siamo razzisti o troppo tolleranti?
Abbiamo imparato ad accettare e ad accogliere (e ci mancava altro…) quei tanti stranieri dalla pelle di ogni colore che ormai fanno tutti i mestieri che noi non vogliamo più fare. Nelle fabbriche, nelle cucine e accanto ai nostri anziani hanno trovato lavoro, e spesso anche gratitudine, molti di loro. Non è quindi vero che siamo razzisti. E non vale neppure il discorso sulle civiltà e gli stili di vita: sei anni dopo l’11 settembre è tornata una gran calma attorno alle comunità islamiche. No, la gente comune è contro coloro che vengono in Italia senza accettare le nostre leggi e sfruttando la nostra accoglienza, mandando avanti i bambini e dedicandosi esclusivamente alla delinquenza.
È razzismo questo? No, non lo è. Quando quindici anni fa ci fu la prima ondata di immigrazione albanese, i più veloci ad arrivare furono i delinquenti appena usciti dalle prigioni svuotate dal crollo del regime. Ci abbiamo messo tanto tempo per uscire, almeno in parte, dalla falsa equazione «albanese uguale delinquente ». L’ondata migratoria dalla Romania appena diventata comunitaria ha provocato lo stesso fenomeno e la stessa inevitabile reazione, ingiusta verso i romeni ma inevitabile.È colpa dello Stato? In gran parte, sì. Siamo il Paese più generoso nell’afflato europeista, ma anche quello che sa meno valutare le conseguenze delle decisioni comunitarie: fu così per l’euro, è stato così per l’ingresso di Bucarest. Solo che ora non c’è più spazio per recuperare: l’opinione pubblica vede ormai quasi tutti i politici come una massa di incompetenti, e non si organizza davvero in ronde e presidi di autodifesa solo perché non li sa fare. Ci stiamo battendo per la moratoria della pena di morte nel mondo, ma se oggi si facesse un referendum in casa nostra…
E. Mentana
È razzismo questo? No, non lo è. Quando quindici anni fa ci fu la prima ondata di immigrazione albanese, i più veloci ad arrivare furono i delinquenti appena usciti dalle prigioni svuotate dal crollo del regime. Ci abbiamo messo tanto tempo per uscire, almeno in parte, dalla falsa equazione «albanese uguale delinquente ». L’ondata migratoria dalla Romania appena diventata comunitaria ha provocato lo stesso fenomeno e la stessa inevitabile reazione, ingiusta verso i romeni ma inevitabile.È colpa dello Stato? In gran parte, sì. Siamo il Paese più generoso nell’afflato europeista, ma anche quello che sa meno valutare le conseguenze delle decisioni comunitarie: fu così per l’euro, è stato così per l’ingresso di Bucarest. Solo che ora non c’è più spazio per recuperare: l’opinione pubblica vede ormai quasi tutti i politici come una massa di incompetenti, e non si organizza davvero in ronde e presidi di autodifesa solo perché non li sa fare. Ci stiamo battendo per la moratoria della pena di morte nel mondo, ma se oggi si facesse un referendum in casa nostra…
E. Mentana
sabato 3 novembre 2007
Nel sereno e nella tempesta.
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