martedì 31 marzo 2009

FILOSOFIA (OTTIMISTA) DI VITA



Vuttamme tutt''a buorde,

finquande 'cca se campe,

finquande nc'è stà uoglio int''a lucerna,

chissà si all'atu munne nce vedimme,

chissà, si all'atu munne nc'è taverna!

giovedì 19 marzo 2009

SEMPRE OTTIMISTI


Nulla è mai veramente perduto,

o può essere perduto,

nessuna nascita, forma, identità

nessun oggetto del mondo,

né vita, né forza, né alcuna cosa visibile;

l'apparenza non deve ingannare,

né l'ambito mutato confonderti il cervello.


Vasti sono il tempo e lo spazio

vasti i campi della Natura.

Il corpo lento, invecchiato, freddo

le ceneri rimaste dai fuochi di un tempo,

la luce degli occhi divenuta tenue,

tornerà puntualmente a risplendere;


il sole ora basso a occidente

sorge costante per mattini e meriggi;

alle zolle gelate sempre ritorna

la legge invisibile della primavera,

con l'erba e i fiori

e i frutti estivi

e il grano.
Walt Whitman

Perchè cammino





Andai nei boschi,

perchè desideravo vivere con saggezza,

per affrontare solo i fatti essenziali della vita,

e per vedere se non fossi capace di imparare

quanto essa aveva da insegnarmi,

e per non scoprire,

in punto di morte,

che non ero vissuto.
Non volevo vivere quella che non era una vita,
a meno che non fosse assolutamente necessario.
Volevo vivere profondamente,

e succhiarne tutto il midollo..."


Henry David Thoureau

I BAMBINI



Dite:

è faticoso frequentare bambini.

Avete ragione.

Poi aggiungete:

bisogna mettersi al loro livello,

abbassarsi,

inclinarsi,

curvarsi,

farsi piccoli.


Ora avete torto:

non è questo che vi stanca.

E’ piuttosto il fatto di essere obbligati

ad innalzarsi all’altezza

dei loro sentimenti.

Tirarsi,

allungarsi,

alzarsi sulla punta dei piedi.

Per non ferirli.

- Janus Korczack -


- Janus Korczack -

mercoledì 18 marzo 2009

A proposito della crisi


un articolo in cui sostanzialmente il filosofo Umberto Galimberti esamina l'attuale andamento dell'economia e di cosa prova la gente a diventare collettivamente più povera e cito:

"....e così ciascuno per sè, sente il brivido della crescita zero o addirittura della decrescita a cui non sa con che strumenti reagire, perchè, avendo affidato ormai da tempo la comunicazione personale ai mezzi di comunicazione, avendo scambiato l'amore per i figli con le cose da garantire ai figli, il riposo dal lavoro con il traffico furioso dele ferie, cosa accade quando bisogna di nuovo imparare a parlare tra noi con qualche televisore in meno, quando bisogna riuscire a fare arrivare il nostro amore senza quel veicolo sbrigativo che sono le cose, quando bisogna imparare a cambiare senza l'aiuto di una agenzia di viaggio??. Ciò può avvenire incominciando magari a rinunciare all'individualismo sfrenato e aggressivo degli ultimi decenni, per privilegiare il noi rispetto all'io....tale è infatti l'invito martellante della pubblicità che ogni giorno ci sollecita ad una sorta di consumo forzato, che non ci mette al riparo dal monito del filosofo Gunther Anders: "l'umanità che tratta il mondo come un mondo da buttare via, tratta anche se stesso come un'umanità da buttare via"