venerdì 30 luglio 2010

Confusione


Spesso la gente non ha le emozioni chiare, altro che le idee."
(Diego De Silva)

mercoledì 21 luglio 2010

LA SFIDA DI ULISSE




Uccelli con il viso di donna il cui canto è un messaggio affascinante: quello della conoscenza.
Sapere è un rischio, ma rende gli uomini degni di stare al mondo. Ciò che udì Ulisse legandosi all'albero della sua nave. Voci seducenti e potenti, parole ritmate con la musica da ascoltare ma senza perdere il governo dell'imbarcazione. Vertigine di un cambiamento con cui deve fare i conti l'astuto navigante che, pur difendendosene, si sottomette alla prova.

venerdì 16 luglio 2010

IL SEGRETO PER AVERE SUCCESSO


‎"Ridere spesso e di gusto; ottenere il
rispetto di persone intelligenti e l'affetto dei bambini; prestare
orecchio alle lodi di critici sinceri e sopportare i tradimenti di
falsi amici; apprezzare la bellezza; scorgere negli altri gli
aspetti positivi; sapere che anche una sola esistenza è stata più lieta
...per il fatto che tu sei esistito. Ecco, questo è avere
successo"
Ralph Waldo Emerson

mercoledì 7 luglio 2010

TENTAZIONI


" Non lasciatevi tentare da quello che luccica ,ma solo da ciò che illumina "
don Andrea Santoro

Ma chi l' ha detto che la donna 'deve' sempre sedurre?


"Come molti altri uomini, io amo la mia famiglia e non mi interessa essere sedotto da nessun'altra donna: il fatto che siamo maschi non significa che siamo in cerca di avventure. Tantomeno ci interessa fare i guardoni. è bello che le donne si curino per essere più belle, ma la moda e la televisione stanno promuovendo negli abiti e nel proporsi, una donna 'oggetto' eccessivamente provocante e trasgressiva, spesso inadeguata alle circostanze, talvolta ridicola per non dire cafona. Alimentando disorientamento e superficialità nella considerazione che gli uomini hanno di loro.

Come è irrispettoso palpeggiare una donna, è irrispettoso anche offrire agli uomini il proprio corpo in ostentazione non richiesta. è una piccola violenza e una grossa maleducazione. Poi queste labbra evidentemente innaturali: basta, vi prego, aiutate le vostre amiche a non deformarsi.

Basta con questo inganno della liberazione sessuale se banalizza sistematicamente la donna riducendola ad oggetto di desiderio e pornografia: stiamo diventando una civiltà di prostituzione e più ancora di masturbazione, cioè di persone molto deboli e incapaci di vera relazione. La televisione di oggi è il principale veicolo di confusione, è contro l'amore e contro la forza sessuale: va solo spenta. La liberazione della sessualità è solo quella che si raggiunge nella maturità personale profonda e in una indipendenza da tutti che permette una relazione forte e piena di rispetto. è difficile, ma tutti nel nostro intimo ci attendiamo solo questo e ogni altro adattamento non porta mai felicità, perché non è amore".
dall'editoriale della rivista " Acqua e Sapone "

lunedì 5 luglio 2010

Insegnami ad usare bene il tempo


Dio mio,
insegnami ad usare bene il tempo che tu mi dai
e ad impiegarlo bene, senza sciuparne.
Insegnami a prevedere senza tormentarmi,
insegnami a trarre profitto dagli errori passati,
senza lasciarmi prendere dagli scrupoli.
Insegnami ad immaginare l'avvenire
senza disperarmi che non possa essere
quale io l'immagino.
Insegnami a piangere sulle mie colpe
senza cadere nell'inquietudine.
Insegnami ad agire senza fretta,
e ad affrettarmi senza precipitazione.
Insegnami ad unire la fretta alla lentezza,
la serenita' al fervore, lo zelo alla pace.
Aiutami quando comincio,
perche' e' proprio allora che io sono debole.
Veglia sulla mia attenzione quando lavoro,
e soprattutto riempi Tu i vuoti delle mie opere.
Fa' che io ami il tempo
che tanto assomiglia alla Tua grazia
perche' esso porta tutte le opere alla loro fine
e alla loro perfezione
senza che noi abbiamo l'impressione
di parteciparvi in qualche modo.

Jean Guitton

Voglio sapere...


Non mi interessa cosa fai per vivere, voglio sapere per cosa sospiri e se rischi il tutto per trovare i sogni del tuo cuore.

Non mi interessa quanti anni hai, voglio sapere se ancora vuoi rischiare di sembrare stupido per l'amore, per i sogni, per l'avventura di essere vivo.

Non voglio sapere che pianeti minacciano la tua luna, voglio sapere se hai toccato il centro del tuo dolore, se sei rimasto aperto dopo i tradimenti della vita o se ti sei rinchiuso per paura del dolore futuro.

Voglio sapere se puoi sederti con il dolore, il mio o il tuo; se puoi ballare pazzamente e lasciare l'estasi riempirti fino alla punta delle dita senza prevenirti di cautela, di essere realisti, o di ricordarci le limitazioni degli esseri umani.

Non voglio sapere se la storia che mi stai raccontando sia vera.

Voglio sapere se sei capace di deludere un altro per essere autentico a te stesso, se puoi subire l'accusa di un tradimento e non tradire la tua anima.

Voglio sapere se sei fedele e quindi hai fiducia.

Voglio sapere se sai vedere la bellezza anche quando non è bella tutti i giorni.

Se sei capace di far sorgere la tua vita con la tua sola presenza.

Voglio sapere se puoi vivere con il fracasso, tuo o mio e continuare a gridare all'argento di una luna piena: SI!

Non mi interessa sapere dove abiti o quanti soldi hai, mi interessa se ti puoi alzare dopo una notte di dolore, triste o spaccato in due, e fare quel che si deve fare per i bambini.

Non mi interessa chi sei, o come hai fatto per arrivare qui, voglio sapere se sapresti restare in mezzo al fuoco con me e non retrocedere.

Non voglio sapere cosa hai studiato, o con chi o dove, voglio sapere cosa ti sostiene dentro, quando tutto il resto non l'hai fatto.

Voglio sapere se sai stare da solo con te stesso, e se veramente ti piace la compagnia che hai ...... ...nei momenti vuoti.


Scritto da un'indiana della tribù degli Oriah (1890)

sabato 3 luglio 2010

Io vulesse truvà pace.


Io vulesse truvà pace;
ma na pace senza morte.
Una, mmiez'a tanta porte,
s'arapesse pè campà

S'arapesse na matina,
na matin' 'e primavera,
e arrivasse fin' 'a sera
senza dì: "nzerràte llà!"

Senza sentere cchiù 'a ggente
ca te dice: "io faccio…, io dico",
senza sentere l'amico
ca te vene a cunziglià.

Senza senter' 'a famiglia
ca te dice: "ma ch' 'e fatto?"
senza scennere cchiù a patto
c' 'a coscienza e 'a dignità.

Senza leggere 'o giurnale…
'a notizia impressionante,
ch'è nu guaio pè tutte quante
e nun tiene che ce fa.

Senza sentere 'o duttore
ca te spiega a malatia…
'a ricett'in farmacia…
l'onorario ch' 'e 'a pavà.

Senza sentere stu core
ca te parla 'e Cuncettina,
Rita, Brigida, Nannina…
Chesta sì…Chell'ata no.

Pecchè, insomma, si vuò pace
e nun sentere cchiù niente,
'e 'a sperà ca solamente
ven' 'a morte a te piglià?

Io vulesse truvà pace
ma na pace senza morte.
Una, mmiez'a tanta porte
s'arapesse pè campà!

S'arapesse na matina,
na matina 'e primavera…
E arrivasse fin' 'a sera
senza dì: "nzerràte llà".

Eduardo De Filippo

giovedì 1 luglio 2010

Un amico non si fa...si riconosce...


Ho amici che non sanno quanto sono miei amici.
Non percepiscono tutto l'amore che sento per loro,
né quanto siano necessari per me.
L'amicizia è un sentimento più nobile dell'amore.
Questo fa sì che il suo oggetto si divida tra altri affetti,
mentre l'amore è imprescindibile dalla gelosia, che non ammette rivalità.
Potrei sopportare, anche se non senza dolore,
la morte di tutti i miei amori
ma impazzirei se morissero tutti i miei amici!
Anche quelli che non capiscono quanto siano miei amici
e quanto la mia vita dipenda dalla loro esistenza...
Non cerco alcuni di loro, mi basta sapere che esistono.
Questa semplice condizione mi incoraggia a proseguire la mia vita.
Ma, proprio perché non li cerco con assiduità,
non posso dir loro quanto io li ami.
Loro non mi crederebbero.
Molti di loro, leggendo adesso questa "cronica"
non sanno di essere inclusi nella sacra lista dei miei amici.
Ma è delizioso che io sappia e senta che li amo,
anche se non lo dichiaro e non li cerco.
E a volte, quando li cerco, noto che loro
non hanno la benché minima nozione di quanto mi siano necessari,
di quanto siano indispensabili al mio equilibrio vitale,
perché loro fanno parte del mondo che io faticosamente ho costruito,
e sono divenuti i pilastri del mio incanto per la vita.
Se uno di loro morisse io diventerei storto.
Se tutti morissero io crollerei.
E' per questo che, a loro insaputa, io prego per la loro vita.
E mi vergogno perché questa mia preghiera
è in fondo rivolta al mio proprio benessere.
Essa è forse il frutto del mio egoismo.
A volte mi ritrovo a pensare intensamente a qualcuno di loro.
Quando viaggio e sono di fronte a posti meravigliosi,
mi cade una lacrima perché non sono con me a condividere quel piacere...
Se qualcosa mi consuma e mi invecchia
è perché la furibonda ruota della vita non mi permette di avere sempre con me,
mentre parlo, mentre cammino, vivendo, tutti i miei amici,
e soprattutto quelli che solo sospettano o forse
non sapranno mai che sono miei amici.

Un amico non si fa...
si riconosce.

Vinìcius de Moraes

Non scriviamo e leggiamo poesie perché è carino...


Noi leggiamo e scriviamo poesie perché siamo membri della razza umana,
e la razza umana è piena di passione.
Medicina, legge, economia, ingegneria sono nobili professioni,
necessarie al nostro sostentamento.
Ma la poesia, la bellezza, il romanticismo, l'amore..
sono queste le cose che ti tengono in vita.

John Keating dal film "L'attimo fuggente"

Ogni via è soltanto una via...


Ogni strada è soltanto una tra un milione di strade possibili.
Perciò dovete sempre tenere presente che una via è soltanto una via.
Se sentite di non doverla seguire, non siete obbligati a farlo in nessun caso.
Ogni via è soltanto una via.
Non è un affronto a voi stessi o ad altri abbandonarla,
se è questo che vi suggerisce il cuore.

Ma la decisione di continuare per quella strada, o di lasciarla,
non deve essere provocata dalla paura o dall’ambizione.
Vi avverto: osservate ogni strada attentamente e con calma.
Provate a percorrerla tutte le volte che lo ritenete necessario.
Poi rivolgete una domanda a voi stessi, e soltanto a voi stessi.
Questa strada ha un cuore?

Tutte le strade sono eguali.
Non conducono in nessun posto.
Ci sono vie che passano attraverso la boscaglia, o sotto la boscaglia.
Questa strada ha un cuore? E’ l’unico interrogativo che conta.
Se ce l’ha è una buona strada.
Se non ce l’ha, è da scartare.

Carlos Castaneda