mercoledì 17 febbraio 2010

IL PRINCIPIO DEL VUOTO





Hai l’abitudine di accumulare oggetti inutili,

credendo che un giorno, chi sa quando, ne avrai bisogno?

Hai l’abitudine di accumulare denaro, solo per non spenderlo

perché pensi che nel futuro potrà mancarti?

Hai l’abitudine di conservare vestiti, scarpe, mobili, utensili domestici

ed altre cose della casa che già non usi da fa molto tempo?

E dentro di te…?

Hai l’abitudine di conservare rimproveri, risentimenti, tristezze, paure ed altro?

Non farlo, vai contro la tua prosperità.



E' necessario che lasci uno spazio, un vuoto, affinché cose nuove arrivino alla tua vita.

È necessario che ti disfi di tutte le cose inutili che sono in te e nella tua vita

affinché la prosperità arrivi.

La forza di questo vuoto è quella che assorbirà ed attrarrà tutto quello che desideri.

Finché stai, materialmente o emozionalmente, caricando sentimenti vecchi ed inutili

non avrai spazio per nuove opportunità.

I beni devono circolare… Pulisci i cassetti, gli armadi, la stanza di arnesi, il garage…

Dà quello che non usi più.

L'atteggiamento di conservare un mucchio di cose inutili incatena la tua vita.

Non sono gli oggetti conservati quelli che stagnano la tua vita.

Bensì il significato dell’atteggiamento di conservare.

Quando si conserva, si considera la possibilità di mancanza, di carenza.

Si crede che domani potrà mancare, e che non avrai maniera di coprire quelle necessità.

Con quell’idea, stai inviando due messaggi, al tuo cervello e alla tua vita: che non ti fidi

del domani e pensi che il nuovo e il migliore non sono per te.

Per questo motivo ti rallegri conservando cose vecchie ed inutili.

Disfati di quello che perse già il colore e la lucentezza.

Lascia entrare il nuovo in casa tua. E dentro te stesso.

martedì 9 febbraio 2010

A CACCIA DI RICORDI


Andare a caccia di ricordi non è mai un bell’affare. Qualunque cosa trovi sulla tua strada, rimane in ogni caso un nulla di fatto. Quelli belli non li puoi più catturare e quelli brutti non li puoi uccidere"

Giorgio Faletti in Io sono Dio