Mi chiamo Alberto, ho 45 anni, da 25 amo alla follia la stessa donna e, nel frattempo, ne ho amata solamente un’altra (Cassandra, nostra figlia). Una vita semplice, un lavoro banale e aspettative normali (felice). Scusate la presunzione, ma sono convinto che i vostri balzi nell’universo dei sogni, e dei tanti altri universi paralleli presenti dentro di voi, vi abbiano fatto perdere di vista il bianco e il nero, la bidimensionalità della vita. Una giornata è fatta di 24 ore e non ci potete infilare un numero infinito di cose, per quanto siate incredibili e veloci. So che la parola fermarsi non è nel vostro vocabolario e che il mondo intero è fisicamente sulle vostre spalle e sulle nostre solo metaforicamente. Ma non pensate di potere essere brave donne, figlie, madri, mogli, amiche, amanti e professioniste senza fare buchi nell’anima. Non lasciatevi ingannare dai tempi e dal tempo, ascoltate sì il vostro cuore, ma anche il vostro cervello, e prendete decisioni pensando anche alle conseguenze. Mettete nel contenitore la cosa più importante per voi e ricordatevi che, ogni volta che ne aggiungete altre, quella cosa dovrà essere rimpicciolita per farle entrare tutte.
martedì 21 luglio 2009
venerdì 17 luglio 2009
IL MODO TUO D'AMARE
Il modo tuo d’amare
è lasciare che io t’ami.
Il sì con cui ti abbandoni
è il silenzio.
I tuoi baci
sanno offrirmi le labbra
perché io le baci.
Mai parole,
abbracci
mi diranno che sei esistita
che mi hai amato: mai
.Me lo dicono fogli bianchi,
mappe, telefoni, presagi;
tu, no.
E sto abbracciato a te
senza chiederti nulla,
per timore
che non sia vero
che tu vivi e mi ami.
E sto abbracciato a te
senza guardare
e senza toccarti.
Perché non debba mai scoprire
con domande o carezze
l’immensa solitudine
d’essere solo ad amarti.
Pedro Salinas da La voce a te dovuta
mercoledì 15 luglio 2009
Il mio cammino dipende da me
lunedì 13 luglio 2009
All'antropologo degli amori miei
All'antropologo degli amori miei,
se fossi intervistato,narrerei
che una parte grande dell'unione
è stata nelle mosse della passione
e un'altra nei silenzi melodiosi
in cui ci immergevamo,
luminosi,
nell'attimo reciproco e comune,
inunandosi in mare le due lune
.Ma poi,
per completare la teoria,
rivelerei che forse, più ancora,
il punto forte della nostra unione
erano certi giochi d'allegria:
quella risata splendida e sonora
in cui mescolavamo le persone.
Roberto Piumini dal libro L'amore in forma chiusa, Il Melangolo 1997
sabato 11 luglio 2009
IL GIORNO DA CURARE
venerdì 10 luglio 2009
giovedì 9 luglio 2009
La pulizia dell'anima
Circondata dalla solitudine
cercata
abbracciata dal silenzio
invocato
finalmente faccio spazio dentro me
e, nella pulizia del cuore,
includo la polvere del passato,
gli oggetti mai usati,
le foto ingiallite,
i sentimenti sopiti,
le passioni sfocate,
gli inutili pianti
e le disperazioni trascorse.
All'alba, in un nuovo giorno,
consegnerò alla Vita
(se Dio vorrà concedermi un nuovo giorno)
un cuore nuovo
ed un'anima lavata
della sporcizia sordida
del'umana avventura.
Sarà l'inizio
per ricominciare a credere
e sperare.
Dal candore e dalla lucentezza
per una rinvigorita pulizia
emergeranno nuovi sogni
ed il desiderio
di provarci ancora.
Perchè finchè c'è vita c'è speranza.
UNA SOLUZIONE
sabato 4 luglio 2009
FILOSOFIA DI VITA
GLI ESSERI UMANI PERDONO LA SALUTE PER FARE SOLDI E POI PERDONO I SOLDI PER TENTARE DI RECUPERARE LA SALUTE.
PENSANO TANTO ANSIOSAMENTE AL FUTURO DIMENTICANDO DI VIVERE IL PRESENTE. COSI' FACENDO NON RIESCONO A VIVERE NE' IL PRESENTE NE' IL FUTURO.
VIVONO COME SE NON DOVESSERO MORIRE MAI, E MUOIONO COME SE NON AVESSERO MAI VISSUTO "
mercoledì 1 luglio 2009
ELOGIO DEI PIEDI
Perché reggono l’intero peso.
Perché sanno tenersi su appoggi e appigli minimi.
Perché sanno correre sugli scogli e neanche i cavalli lo sanno fare.
Perché portano via.
Perché sono la parte più prigioniera di un corpo incarcerato.
E chi esce dopo molti anni deve imparare di nuovo a camminare in linea retta.
Perché sanno saltare, e non è colpa loro se più in alto nello scheletro non ci sono ali.
Perché sanno piantarsi nel mezzo delle strade come muli e fare una siepe davanti al cancello di una fabbrica.
Perché sanno giocare con la palla e sanno nuotare.
Perché per qualche popolo pratico erano unità di misura.
Perché quelli di donna facevano friggere i versi di Pushkin.
Perché gli antichi li amavano e per prima cura di ospitalità li lavavano al viandante.
Perché sanno pregare dondolandosi davanti a un muro o ripiegati indietro da un inginocchiatoio.
Perché mai capirò come fanno a correre contando su un appoggio solo.
Perché sono allegri e sanno ballare il meraviglioso tango, il croccante tip-tap, la ruffiana tarantella.
Perché non sanno accusare e non impugnano armi.
Perché sono stati crocefissi.
Perché anche quando si vorrebbe assestarli nel sedere di qualcuno, viene scrupolo che il bersaglio non meriti l’appoggio.
Perché, come le capre, amano il sale.
Perché non hanno fretta di nascere, però poi quando arriva il punto di morire scalciano in nome del corpo contro la morte.
Erri De Luca
Erri De Luca
IL BACIO CHE NON TI HO DATO
Ieri ti ho baciato sulle labbra.
Ti ho baciato sulle labbra.
Intense, rosse.
Un bacio così corto
durato più di un lampo,
di un miracolo,
più ancora.
Il tempo
dopo averti baciato
non valeva più a nulla ormai,
a nulla era valso prima.
Nel bacio
il suo inizio e la sua fine.
Oggi sto baciando un bacio;
Oggi sto baciando un bacio;
sono solo con le mie labbra.
Le poso non sulla bocca,
no, non più – dov’è fuggita?
Le poso sul bacio
Le poso sul bacio
che ieri ti ho dato,
sulle bocche unite dal bacio
che hanno baciato.
E dura,
questo bacio più del silenzio,
della luce.
Perchè io non bacio ora
né una carne né una bocca,
che scappa, che mi sfugge.
No.
Ti sto baciando più lontano.
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