Sfogliando una rivista ho letto la classica rubrica di lettere dove ognuno si confronta o si identifica.
Leggete un pò questa:
CARA DOTTORESSA,che bella la sua risposta a M. (n. 40) sul vero significato del sentimento.
Mi ci sono ritrovata. Quando, 13 anni fa, conobbi mio marito, capii presto che sarebbe stata una persona importante. Avevo 20 anni ed ero poco esperta, ma provavo sentimenti nuovi e piacevolissimi. Le amiche mi chiedevano che cosa avesse di speciale, io risposi: «Sto bene, sono spensierata, mi diverto, sono felice». Nell’adolescenza mi ero «distrutta» in amori impossibili, certa che l’amore romantico e tormentato fosse quello vero. Balle!
Incontrare mio marito è stata la scoperta più bella. I sentimenti, il mio cuore, non mi hanno tradito, non si erano sbagliati. Continuo a ridere, a divertirmi, ad amare, e soprattutto a stare bene con lui e i nostri due bambini.
Risposta:
Che bella questa lettera che dice che bella la mia risposta alla bella lettera di M.! Il papà di M., alla domanda della figlia su come avesse fatto a convincersi che la madre sarebbe stata la moglie giusta, aveva risposto: «Mi sono fidato del sentimento».
Il sentimento qualcuno lo associa più volentieri all’idea di quell’amore «romantico e tormentato» di cui ci parla A. Ridere, divertirsi, stare bene, invece, possono sembrare parole piccole, inadeguate. Regalarsi leggerezza: io mi sono convinta che sia un segno decisivo di una intesa importante. Leggerezza non vuol dire superficialità: anzi, solo con chi sentiamo davvero affidabile ci permettiamo il lusso della spensieratezza.
E ridere insieme? Beh, non so voi, ma io lo considero l’apice dell’intesa e del piacere di una relazione. Non solo un segno di grande complicità intellettuale, di vicinanza e condivisione emotiva: saper ridere insieme, del mondo fuori e soprattutto di sé, è anche il fondamento e il frutto di una alleanza profonda. Un’alleanza tra pari. Una cosa serissima.
da Vanity Fair Ottobre