mercoledì 9 aprile 2008

Il canto di Ulisse


Ogni tanto ci sono versi che ti richiamano ad un ricordo e questi ..

"Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza"

..vengono da qui.

...Quando mi diparti'da Circe,
che sottrasse me più d'un anno
là presso Gaeta,
prima che sì Enea la nomasse,

nè dolcezza di figlio,
nè la pieta del vecchio padre
nè 'l debito amore
lo qual dovea Penelopé far lieta,

vincer potero dentro a me l'ardore
ch'i' ebbi a divenir del mondo esperto
e de li vizi umani e del valore;
ma misi me per l'alto mare aperto

sol con un legno e con quella compagna
picciola da la qual non fui diserto.
L'un lito e l'altro vidi infin la Spagna
fin nel Marocco, e l'isola dè Sardi,

e l'altre che quel mare intorno bagna.
Io e' compagni eravam vecchi e tardi
quando venimmo a quella foce stretta
dov'Ercule segnò li suoi riguardi

acciò che l'uom più oltre non si metta;
da la man destra mi lasciai Sibilia,
da l'altra già m'avea lasciata Setta.

"O frati", dissi "che per cento milia perigli siete giunti a l'occidente,
a questa tanto picciola vigilia
de' nostri sensi ch'è del rimanente,
non vogliate negar l'esperienza,
di retro al sol, del mondo sanza gente.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
ma per seguir virtute e canoscenza"

Dante - Inferno - Ulisse - canto XXVI


a proposito di Ulisse.

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