lunedì 17 novembre 2014

BRAVE PERSONE

"È questa la sola ragione che può davvero indignare e mobilitare la maggioranza degli italiani. Che sono quasi tutti brava gente: ma di regole e di doveri non capiscono proprio l’essenza, che raramente coincide con i propri comodi". L'amaca di MICHELE SERRA

sabato 15 novembre 2014

Cultura

Cultura non è possedere un magazzino ben fornito di notizie, ma è la capacità che la nostra mente ha di comprendere la vita, il posto che vi teniamo, i nostri rapporti con gli altri uomini. Ha cultura chi ha coscienza di sé e del tutto, chi sente la relazione con tutti gli altri esseri. Antonio Gramsci

lunedì 6 ottobre 2014

NON DIVENTIAMO NOIOSI

"Se si vuole vivere veramente, si deve rischiare clamorosamente, altrimenti la vita non vale la pena di essere vissuta. Se si rischia, si attraversano momenti terribili, ma si impara tanto, si vive di più e si capisce di più. Non si diventa noiosi. La cosa peggiore è proprio diventare noiosi." Françoise Gilot

venerdì 19 settembre 2014

E' FACILE

" well if you want to sing out, sing out and if you want to be free, be free, ' cause there's a million things to be, you know that there are ... You can do what you want the oppirtunity's on and if you can find a new way you can do it TODAY ...you see it's easy" ( Cat Stevens) "beh se si vuol cantare, cantare e se si vuol essere liberi , essere liberi , perché c'è un milione di cose da essere, sai che ci sono... Puoi fare quello che vuoi , l'opportunità c'è, e se si può trovare un modo nuovo, lo puoi fare OGGI...vedi e' facile "

venerdì 25 luglio 2014

Tutte maiuscole portanti

Pensa, Guarda,Cerca,Coltiva,Diffida, Non limitarti,Sorridi.
Pensa che si muore e che prima di morire tutti hanno diritto a un attimo di bene. Ascolta con clemenza. Guarda con ammirazione le volpi, le poiane, il vento, il grano. Impara a chinarti su un mendicante, ad accarezzare un cane. Cerca continuamente parole migliori. Impara a sentire l’energia del dolore, della vecchiaia, della povertà e della disperazione. Coltiva il tuo rigore e lotta fino a rimanere senza fiato. Vivi ogni giorno come se fosse l’ultimo, dai tutto te stesso, senza avarizia, senza remore. Diffida della ragione, dei ragionamenti, della freddezza stitica, dei cuori rinsecchiti. Non limitarti a galleggiare, scendi verso il fondo anche a rischio di annegare. Sorridi di questa umanità che si aggroviglia su se stessa e cedi la strada agli alberi.

venerdì 4 luglio 2014

PRIMA DI TUTTO

Sono sempre felice, sai perché? Perché io non mi aspetto niente da nessuno, l’attesa fa sempre male. I problemi non sono eterni e hanno sempre una soluzione. L'unica cosa che non ha soluzione è la morte. Non permettere a nessuno di Offenderti, di umiliarti. Non devi assolutamente farti abbassare l'autostima. Le urla sono l'arma dei vigliacchi, di coloro che non hanno...... ragione. Troverai sempre persone che ti vogliono dare la colpa del loro fallimento ma ognuno avrà ciò che merita .... Goditi la vita, perché è molto breve, amala pienamente, e sii sempre felice e sorridente, vivi la tua vita intensamente. E ricorda: Prima di discutere, respira; Prima di parlare, ascolta; Prima di criticare, esaminati; Prima di scrivere, pensa; Prima di far male, senti; Prima di arrenderti, prova; Prima di morire, VIVI

giovedì 3 luglio 2014

LAVORATTORI

Chi lavora con le mani è un operaio, chi lavora con le mani e la testa è un artigiano. Chi lavora con mani, testa e cuore è un artista.

martedì 10 giugno 2014

SOLO DA QUANDO HO COMINCIATO AD AMARMI

Com'è imbarazzante aver voluto imporre a qualcuno i miei desideri, pur sapendo che i tempi non erano maturi e la persona non era pronta, anche se quella persona ero io. Oggi so che questo si chiama "rispetto". Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho smesso di desiderare un'altra vita e mi sono accorto che tutto ciò che mi circonda è un invito a crescere. Oggi so che questo si chiama "maturità"... Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho capito di trovarmi sempre ed in ogni occasione al posto giusto nel momento giusto e che tutto quello che succede va bene
. Da allora ho potuto stare tranquillo. Oggi so che questo si chiama "stare in pace con se stessi". Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho smesso di privarmi del mio tempo libero e di concepire progetti grandiosi per il futuro. Oggi faccio solo ciò che mi procura gioia e divertimento, ciò che amo e che mi fa ridere, a modo mio e con i miei ritmi. Oggi so che questo si chiama "sincerità". Quando ho cominciato ad amarmi davvero, mi sono liberato di tutto ciò che non mi faceva del bene: persone, cose, situazioni e tutto ciò che mi tirava verso il basso allontanandomi da me stesso... all'inizio lo chiamavo "sano egoismo"... ma oggi so che questo è "amore di sé". Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho smesso di voler avere sempre ragione. E così ho commesso meno errori. Oggi mi sono reso conto che questo si chiama "semplicità". Quando ho cominciato ad amarmi davvero, mi sono rifiutato di vivere nel passato e di preoccuparmi del mio futuro. Ora vivo di più nel momento presente, in cui tutto ha un luogo. È la mia condizione di vita quotidiana e la chiamo "perfezione". Quando ho cominciato ad amarmi davvero, mi sono reso conto che il mio pensiero può rendermi miserabile e malato. Ma quando ho chiamato a raccolta le energie del mio cuore, l'intelletto è diventato un compagno importante. Oggi a questa unione do il nome di "saggezza interiore". Non dobbiamo continuare a temere i contrasti, i conflitti e i problemi con noi stessi e con gli altri perché perfino le stelle, a volte, si scontrano fra loro dando origine a nuovi mondi. Oggi so che tutto questo è "la vita". Charlie Chaplin

FOTO E PAROLE

Ho fatto delle foto. Ho fotografato invece di parlare. Ho fotografato per non dimenticare. Per non smettere di guardare. Daniel Pennac

sabato 7 giugno 2014

SAGGI SAGGI

Il saggio non si mette in mostra e perciò risplende. Non si afferma e perciò si manifesta. Non si vanta e perciò gli viene dato merito. Non si gloria e perciò viene esaltato. -Lao Tzu

sabato 31 maggio 2014

CHI SEGNA, VINCE.

LA SQUADRA GIUSTA

«Quando costruisci un team, cerca sempre quelli che amano vincere. Se non riesci a trovarli, allora cerca quelli che odiano perdere». (Ross Perot)

martedì 27 maggio 2014

CONDIVIDI PASSIONI

"Se vuoi costruire una barca, non radunare uomini per tagliare legna, dividere i compiti e impartire ordini, ma insegna loro la nostalgia per il mare vasto e infinito". Antoine de Saint-Exupéry

sabato 24 maggio 2014

La fotografia è un'azione immediata; il disegno una meditazione. (Henri Cartier-Bresson)

martedì 6 maggio 2014

L'AMICO INVISIBILE

Si deve avere un'amico invisibile a cui parlare nelle ore silenziose della notte e durante le passeggiate nei parchi. -- Kahlil Gibran

martedì 22 aprile 2014

giovedì 13 marzo 2014

COME UN ASINO NEL POZZO

Un giorno l’asino di un contadino cadde in un pozzo. Non si era fatto male, ma non poteva più uscirne. L’asino continuò a ragliare sonoramente per ore, mentre il proprietario pensava al da farsi. Finalmente il contadino prese una decisione crudele: concluse che l’asino era ormai molto vecchio e che non serviva più a nulla, che il pozzo era ormai secco e che in qualche modo bisognava chiuderlo. Non valeva pertanto la pena di sforzarsi per tirare fuori l’animale dal pozzo. Al contrario chiamò i suoi vicini perché lo aiutassero a seppellire vivo l’asino. Ognuno di loro prese un badile e cominciò a buttare palate di terra dentro al pozzo. L’asino non tardò a rendersi conto di quello che stavano facendo con lui e pianse disperatamente. Poi, con gran sorpresa di tutti, dopo un certo numero di palate di terra, l’asino rimase quieto. Il contadino alla fine guardò verso il fondo del pozzo e rimase sorpreso da quello che vide. Ad ogni palata di terra che gli cadeva addosso, l’asino se ne liberava, scrollandosela dalla groppa, facendola cadere e salendoci sopra. In questo modo, in poco tempo, tutti videro come l’asino riuscì ad arrivare fino all’imboccatura del pozzo, oltrepassare il bordo e uscirne trottando. La vita andrà a buttarti addosso molta terra, ogni tipo di terra. Principalmente se sarai dentro un pozzo. Il segreto per uscire dal pozzo consiste semplicemente nello scuotersi di dosso la terra che si riceve e nel salirci sopra. Ricorda le cinque regole per essere felice: 1- Libera il tuo cuore dall’odio. 2- Libera la tua mente dalle preoccupazioni. 3- Semplifica la tua vita. 4- Da’ di più e aspettati meno. 5- Ama di più e… accetta la terra che ti tirano addosso, poiché essa può costituire la soluzione e non il problema.

lunedì 10 marzo 2014

L'ARTE DEI PICCOLI PASSI

Non ti chiedo miracoli o visioni, ma la forza di affrontare il quotidiano. Preservami dal timore di poter perdere qualcosa della vita. Non darmi ciò che desidero ma ciò di cui ho bisogno. Insegnami l’arte dei piccoli passi. (Antoine de Saint-Exupèry, Il Piccolo Principe)

venerdì 31 gennaio 2014

CI VUOLE UN ATTIMO

Passare dalla LOTTA alla LOTA e' un attimo

lunedì 27 gennaio 2014

SINCERO CON TE

Tu non hai bisogno di fingere che sei forte, non devi sempre dimostrare che tutto sta andando bene, non puoi preoccuparti di ciò che pensano gli altri, se ne avverti la necessità piangi perché è bene che tu pianga fino all'ultima lacrima, poiché soltanto allora potrai tornare a sorridere. Paulo Coelho

giovedì 16 gennaio 2014

Filastrocca dei legami

Tu mi hai legato con un filo di capelli Perché siamo fratelli E tu invece con un filo di radici Perché noi siamo amici E tu con fili nuovi e prodigiosi Perché noi siamo sposi Fili di luce, raggi di legami Un cielo illuminato di richiami Dove ora potrò perdermi nel volo Perché non sono solo

mercoledì 15 gennaio 2014

Non t'amo come se fossi rosa di sale

Non t'amo come se fossi rosa di sale, topazio o freccia di garofani che propagano il fuoco: t'amo come si amano certe cose oscure, segretamente, tra l'ombra e l'anima. T'amo come la pianta che non fiorisce e reca dentro di sé, nascosta, la luce di quei fiori; grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo il concentrato aroma che ascese dalla terra. T'amo senza sapere come, né quando, né da dove, t'amo direttamente senza problemi né orgoglio: così ti amo perché non so amare altrimenti che così, in questo modo in cui non sono e non sei, così vicino che la tua mano sul mio petto è mia, così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno. Pablo Neruda

martedì 14 gennaio 2014

NOI NEI LUOGHI

«Noi siamo il nostro luogo, i nostri luoghi: tutti i luoghi, reali o immaginari, che abbiamo vissuto, accettato, scartato, combinato, rimosso, inventato. Noi siamo anche il rapporto che abbiamo saputo e voluto stabilire con i luoghi» (Vito Teti)

giovedì 9 gennaio 2014

COMINCIAMO DA QUI

Ecco una lista di 15 cose senza le quali la tua vita diventerà molto più semplice e soprattutto più felice. Troppo spesso la nostra vita si cristallizza intorno ad abitudini che non ci provocano altro che stress, dolore e sofferenza. E invece di lasciarle andare e permetterci di essere più sereni, ci aggrappiamo ad esse con tutte le nostre forze. Bè, non più! A partire da oggi abbandoneremo tutto quello che non ci serve e abbracceremo insieme il cambiamento. Pronto? Si parte! 1. Lascia andare il bisogno di avere sempre ragione. Siamo in così tanti a non sopportare l’idea di avere torto. Anche a costo di distruggere grandi amicizie o rapporti e causare grosso dolore a noi e agli altri. Non ne vale la pena. Punto! La prossima volta che senti l’urgenza di tuffarti in una zuffa su chi ha torto o ragione, chiediti quello che Dr Wayne Dyer suggerisce: ‘‘Preferisci aver ragione a tutti i costi…oppure essere gentile?’’. Che differenza farà davvero alla fine? Il tuo ego è davvero così grande? 2. Lascia andare il bisogno di avere tutto sotto controllo. Accetta di non ascoltare il tuo bisogno di essere sempre in controllo di situazioni, persone, ecc. Che si tratti di amici, familiari conoscenti o passanti che incontri per strada, lasciali vivere. Permetti a ciascuno intorno a te di rivelarsi per quello che è e vedrai quanto ti sentirai meglio quasi istantaneamente. “Lasciando andare, si ottiene tutto. Il vero vincitore è chi lascia andare.” Lao Tzu 3. Lascia andare il bisogno di trovare un colpevole. Smettila di considerare altre persone o circostanze i responsabili di quello che hai e noi hai, di come ti senti o non ti senti. Smetti di diluire il tuo potere e comincia ad assumerti la responsabilità della tua vita. 4. Lascia andare quelle controproducenti chiacchiere mentali. Quante persone continuano a farsi del male con la loro spirale di pensieri negativi e controproducenti. Non credere a tutto quello che la tua mente ti dice – specialmente se è qualcosa di negativo e controproducente. Tu sei molto meglio di così. Credimi! “La mente è uno strumento superbo, se usato correttamente. Usato male, tuttavia, può avere effetti distruttivi.” Eckhart Tolle 5. Lascia andare le tue credenze limitanti. Su quello che puoi o non puoi fare, su quello che credi sia possibile o impossibile. D’ora in poi, non permetterai più ai tuoi pensieri limitanti di bloccarti nel posto sbagliato. Apri le tue ali e vola! “Una credenza non è un’idea trattenuta nella mente, è un’idea che trattiene la mente. ” Elly Roselle 6. Smettila di lamentarti. Abbandona una volta per tutte il continuo bisogno di lamentarti per tuuuutte quelle cose – persone, situazioni e circostanze che ti rendono infelice, triste e depresso. Nessuno ha il potere di renderti infelice a meno che tu non glielo permetti. Non è la situazione a scatenare quella sensazione in te, ma è come tu decidi di guardarla. Non sottovalutare mai il potere del pensiero positivo! 7. Lascia andare il lusso di criticare. Lascia andare il bisogno di criticare cose, eventi persone che sono diverse da te o da come te le aspettavi. Siamo tutti diversi, eppure siamo anche tutti uguali. Tutti vogliamo essere felici. Tutti vogliamo amare ed essere amati, e tutti vogliamo essere compresi. Tutti desideriamo qualcosa e quel qualcosa è desiderato da noi tutti. 15 Cose da Sacrificare per Essere Felice 8. Lascia andare il bisogno di impressionare gli altri. Smettila di tentare così disperatamente di sembrare qualcuno che non sei solo per piacere agi altri. Non funziona così. Nel momento in cui ti spogli di tutte le maschere, il momento in cui accetti il vero te, ti accorgerai che le persone saranno attratte a te senza nessuna fatica. 9. Lascia andare la tua resistenza al cambiamento. Il cambiamento è buono. Il cambiamento ti aiuterà a muoverti dal punto A a punto B. Il cambiamento ti aiuterà migliorare la tua vita e anche quella di chi ti circonda. Segui ciò che ti rende felice, abbraccia il cambiamento, no resistergli. “Segui ciò che ti rende felice e l’universo aprirà porte per te dove c’erano solo muri. ” Joseph Campbell 10. Lascia andare le etichette. Smettila di incollare etichette a cose, persone o situazioni che non comprendi in quanto diverse o strane e prova ad aprire la tua mente, a poco a poco. La mente funziona solo quando è aperta. “La forma più alta di ignoranza si ha quando rifiuti qualcosa solo perché non la conosci affatto.” Dr. Wayne Dyer 11. Abbandona le tue paure. La paura è solo un’illusione. Non esiste – è creata da te. Nella tua mente. Aggiusta l’interno e l’esterno si aggiusterò da sé. “L’unica cosa che dobbiamo temere, è la paura stessa.” Franklin D. Roosevelt 12. Lascia andare le scuse. Invitale a fare i bagagli e dì loro che sono licenziate! Non hai più bisogno di loro. Troppo spesso ci limitiamo a causa delle scuse che produciamo. Invece di crescere e sforzarci di migliorare noi stessi e la nostra vita, restiamo bloccati e mentiamo a noi stessi, usando tutte le scuse possibili e immaginabili… … scuse che il 99.9% delle volte non sono nemmeno reali. 13. Lascia andare il passato. Lo so, lo so. Questo non è facile. Specialmente quando il passato appare molto più sicuro e confortevole del presente, mentre il futuro sembra così spaventoso. Ma quello che devi sforzarti di pensare è che il momento presente è tutto ciò che hai e che avrai sempre. Il passato che tanto desideri – quel passato che adesso continui a sognare – è stato da te ignorato quando era presente. Smettila di ingannarti. Sii presente in ogni singolo momento della tua vita. Dopo tutto la vita è un viaggio non una destinazione. Abbi una visione chiara del futuro, sii pronto, ma sii anche sempre presente nel momento che stai vivendo. 15 Cose da Sacrificare per Essere Felice 14. Lascia andare l’attaccamento. Questo concetto è uno dei più difficile da afferrare per la maggior parte di noi, e devo ammettere che lo è stato anche per me (lo è ancora, per la verità). Ma comprenderlo non è impossibile. Migliorerai gradualmente con il tempo e la pratica. Il momento in cui ti separi da tutte le cose, diventi così sereno, così tollerante, così gentile e così tranquillo. Il che non significa che smetti di amarle, perché amore e attaccamento non hanno nulla a che vedere l’uno con l’altro. L’attaccamento nasce dalla paura, mentre l’amore…bè il vero amore è puro, gentile, e generoso; dove c’è amore non può esserci paura e alla luce di questo, amore e paura non possono coesistere. Raggiungerai un luogo da dove sarai in grado di comprendere tutto senza nemmeno provarci. Uno stadio che va ben oltre le parole. 15. Smettila di vivere una vita all’altezza delle aspettative degli altri. Troppe persone vivono una vita che non appartiene loro. Vivono la propria vita sulla base di cosa gli altri pensano sia meglio per loro. Ignorano la loro voce interiore. Sono così occupati ad accontentare tutti che perdono controllo sulle loro stesse vite. Dimenticano che cosa li rende felici, di che cosa hanno bisogno ed eventualmente.. di sé stessi. Ricorda che hai una sola vita da vivere: quella che stai vivendo in questo momento. Vivila! Possiedila!

mercoledì 8 gennaio 2014

LASCIAMO QUALCOSA DI BELLO

“Ognuno deve lasciarsi qualche cosa dietro quando muore, diceva sempre mio nonno: un bimbo o un libro o un quadro o una casa o un muro eretto con le proprie mani o un paio di scarpe cucite da noi. O un giardino piantato col nostro sudore. Qualche cosa insomma che la nostra mano abbia toccato in modo che la nostra anima abbia dove andare quando moriamo, e quando la gente guarderà l’albero o il fiore che abbiamo piantato, noi saremo là. “ Ray Bradbury - Fahrenheit 451

venerdì 3 gennaio 2014

2014: LESSON ONE

STEVE JOBS PER TUTTI

Questa è stata la volta in cui mi sono trovato più vicino alla morte, e spero lo sia per molti decenni ancora. Essendoci passato, posso dirvi ora qualcosa con maggiore certezza rispetto a quando la morte per me era solo un puro concetto intellettuale. Nessuno vuole morire. Anche le persone che desiderano andare in paradiso non voglion morire per andarci. E nonostante tutto la morte rappresenta l’unica destinazione che noi tutti condividiamo, nessuno è mai sfuggito ad essa. Questo perché è come dovrebbe essere: la morte è la migliore invenzione della vita. E’ l’agente di cambio della vita: fa piazza pulita del vecchio per aprire la strada al nuovo. Ora come ora “il nuovo” siete voi, ma un giorno non troppo lontano da oggi, gradualmente diventerete “il vecchio” e sarete messi da parte. Mi dispiace essere così drammatico, ma è pressappoco la verità. Il vostro tempo è limitato, perciò non sprecatelo vivendo la vita di qualcun’altro. Non rimanete intrappolati nei dogmi, che vi porteranno a vivere secondo il pensiero di altre persone. Non lasciate che il rumore delle opinioni altrui zittisca la vostra voce interiore. E, ancora più importante, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e la vostra intuizione: loro vi guideranno in qualche modo nel conoscere cosa veramente vorrete diventare. Tutto il resto è secondario. Quando ero giovane, c’era una pubblicazione splendida che si chiamava “The whole Earth catalog”, che è stata una delle bibbie della mia generazione. Fu creata da Steward Brand, non molto distante da qui, a Menlo Park, e costui apportò ad essa il suo senso poetico della vita. Era la fine degli anni Sessanta, prima dei personal computer, ed era fatto tutto con le macchine da scrivere, le forbici e le fotocamere polaroid: era una specie di Google formato volume, trentacinque anni prima che Google venisse fuori. Era idealista, e pieno di concetti chiari e nozioni speciali. Steward e il suo team pubblicarono diversi numeri di “The whole Earth catalog”, e quando concluse il suo tempo, fecero uscire il numero finale. Era la metà degli anni Settanta e io avevo pressappoco la vostra età. Nella quarta di copertina del numero finale c’era una fotografia di una strada di campagna nel primo mattino, del tipo che potete trovare facendo autostop se siete dei tipi così avventurosi. Sotto, le seguenti parole: “Siate affamati. Siate folli”. Era il loro addio, e ho sperato sempre questo per me. Ora, nel giorno della vostra laurea, pronti nel cominciare una nuova avventura, auguro questo a voi. Steve Jobs

giovedì 5 dicembre 2013

MUSICA ORIZZONTALE

Appartengo ai cori intonati, liberi e universali, che taluni etichettano stonati. Sono per il canto orizzontale che non solo non e' verticale ma neppure trasversale.... E se questa musica orchestrale non e' permessa, preferisco o la mia voce solista oppure fare silenzio e scena muta...

sabato 30 novembre 2013

POCHI UOMINI

Io ti dico che l’uomo è uomo quando non è testardo. Quando capisce che è venuto il momento di fare marcia indietro, e la fa. Quando riconosce un errore commesso se ne assume le responsabilità, paga le conseguenze, e non cerca scuse. Quando amministra e valorizza nella stessa misura tanto il suo coraggio quanto la sua paura. Eduardo De Filippo

LE TAVOLE ROTONDE

«Appartengo alla minoranza silenziosa. Sono di quei pochi che non hanno più nulla da dire e aspettano. Che cosa? Che tutto si chiarisca? L'età mi ha portato la certezza che niente si può chiarire: in questo paese che amo non esiste semplicemente la verità. Paesi molto più piccoli e importanti del nostro hanno una loro verità, noi ne abbiamo infinite versioni. Le cause? Lascio agli storici, ai sociologi, agli psicanalisti, alle tavole rotonde il compito di indicarci le cause, io ne subisco gli effetti. E con me pochi altri: perché quasi tutti hanno una soluzione da proporci: la “loro” verità, cioè qualcosa che non contrasti i loro interessi. Alla tavola rotonda bisognerà anche invitare uno storico dell'arte per fargli dire quale influenza può avere avuto il barocco sulla nostra psicologia. In Italia infatti la linea più breve tra due punti è l'arabesco. Viviamo in una rete d'arabeschi». Ennio Flaiano, “La solitudine del satiro”

sabato 16 novembre 2013

PENSIAMO ALLE COSE GIUSTE

Non dobbiamo mai giudicare la vita degli altri, perché ciascuno conosce il proprio dolore e la propria rinuncia. Una cosa è pensare di essere sulla strada giusta, ma tutt'altra è credere che la tua strada sia l'unica. (Paulo Coelho)

HO VERAMENTE IMPARATO

"Ho imparato a essere felice là dove sono. Ho imparato che ogni momento di ogni singolo giorno racchiude tutta la gioia, tutta la pace, tutti i fili di quella trama che chiamiamo vita. Il significato è riposto in ogni istante. Non c’è un altro modo per trovarlo. Percepiamo solo e soltanto ciò che permettiamo a noi stessi di percepire, tutti i giorni, un istante dopo l’altro". Hermann Hesse

venerdì 8 novembre 2013

LEZIONE D'AMORE (da studiare)

"La morte d’un cane non altera l’universo.Tuttavia sono convinto, e non smetterò d’esserlo, che il mio cane morto era una splendida forma della vita: grave, nobile, amorosa e pura. Sono convinto…che poche purezze in questo mondo…eguagliano quella che si scorge nei mansueti e soavi occhi d’un cane. Guardare un cane, attenzione, non è guardare in basso: non si scende un gradino guardando un cane. Guardare un cane è guardare la natura: rientrare nel ritmo, e nel ritmo c’è Dio. Ho amato il mio cane non per farne un sostituto dei miei simili: avveniva l’opposto; più amavo lui, più amavo gli esseri umani. Simbolo puro della vita mi ha insegnato, solo guardandolo vivere, cos’è l’essenziale e cos’è il ritmo. Un garofano, un tramonto, il sensibile volo d’una farfalla e precipitare nel sonno perchè s’è stanchi, ecco alcuni modesti esempi di quel ch’è essenziale. Respirare in lui con l’antico respiro del creato: il ritmo, ritrovando così il piacere del mondo”. Carlo Coccioli Requiem per un cane Marsilio editore

mercoledì 6 novembre 2013

IO URLO

Io lotto e mi ribello. Mi sono votato ad un suicidio sociale. Non nella droga, come molti, troverò il rimedio per un mondo più giusto. Non parlo per me, son così poca cosa. Grido per coloro che non han più voce perché l’han persa urlando e piangendo o per quelli che han dimenticato di averla. Urlo e mi strazio perché nemmeno l’eco io sento. Chiedo forse l’impossibile e la grandezza di questo ideale spegne a poco a poco tutto il mio vigore. Nessuno lasci il suo posto per ascoltare il mio canto del cigno: a nessuno voglio sottrarre tempo. Fate solo un cenno con gli occhi: mi sentirò più forte e non soltanto illuso. Domani, 7 novembre 2013, alle h19 ad Ottaviano (NA) verrà ricordato Mimmo Beneventano, a 33 anni dall'uccisione per aver difeso l'ambiente vesuviano dagli speculatori e dalla camorra.

martedì 5 novembre 2013

NON DISPREZZARE

«Non disprezzare il poco, il meno, il non abbastanza L’umile, il non visto, il fioco, il silenzioso Perché quando saranno passati amori e battaglie Nell’ultimo camminare, nella spoglia stanza Non resteranno il fuoco e il sublime, il trionfo e la fanfara Ma braci, un sorso d’acqua, una parola sussurrata, una nota Il poco, il meno il non abbastanza». (S. Benni)

martedì 29 ottobre 2013

NUN SUGNU PUETA

Non pozzu chiànciri ca l'occhi mei su sicchi e lu me cori comu un balatuni. La vita m'arriddussi asciuttu e mazziatu comu na carrittata di pirciali. Non sugnu pueta; odiu lu rusignolu e li cicali, lu vinticeddu chi accarizza l'erbi e li fogghi chi cadinu cu l'ali; amu li furturati, li venti chi strammíanu li negghi ed annèttanu l'aria e lu celu. Non sugnu pueta; e mancu un pisci greviu d'acqua duci; sugnu un pisci mistinu abituatu a li mari funnuti: Non sugnu pueta si puisia significa la luna a pinnuluni c'aggiarnia li facci di li ziti; a mia, la menzaluna, mi piaci quannu luci dintra lu biancu di l'occhi a lu voj. Non sugnu pueta ma siddu è puisia affunnari li manu ntra lu cori di l'omini patuti pi spremiri lu chiantu e lu scunfortu; ma siddu è puisia sciògghiri u chiacciu e nfurcati, gràpiri l'occhi a l'orbi, dari la ntisa e surdi rumpiri catini lazzi e gruppa: (un mumentu ca scattu!)... Ma siddu è puisia chiamari ntra li tani e nta li grutti cu mancia picca e vilena agghiutti; chiamari li zappatura aggubbati supra la terra chi suca sangu e suduri; e scippari du funnu di surfari la carni cristiana chi coci nto nfernu: (un mumentu ca scattu!)... Ma siddu è puisia vuliri milli centumila fazzuletti bianchi p'asciucari occhi abbuttati di chiantu; vuliri letti moddi e cuscina di sita pi l'ossa sturtigghiati di cu travagghia; e vuliri la terra un tappitu di pampini e di ciuri p'arrifriscari nta lu sò caminu li pedi nudi di li puvireddi: (un mumentu ca scattu!) Ma siddu è puisia farisi milli cori e milli vrazza pi strinciri poviri matri inariditi di lu tempu e di lu patiri senza latti nta li minni e cu lu bamminu nvrazzu: quattru ossa stritti a lu pettu assitatu d'amuri: (un mumentu ca scattu!)... datimi na vuci putenti pirchi mi sentu pueta: datimi nu stindardu di focu e mi segunu li schiavi di la terra, na ciumana di vuci e di canzuni: li sfarda a l'aria li sfarda a l'aria nzuppati di chiantu e di sangu. Non posso piangere, ho gli occhi secchi, e il mio cuore è una pietra pesante. La vita m'ha ridotto arido e spezzato come una carrettata di brecciame. Non sono poeta; odio l'usignolo e le cicale, il venticello che carezza l'erba e le foglie che cadono con l'ali; amo le bufere, i venti che disperdono le nuvole e puliscono l'aria e il cielo. Non sono poeta, ma nemmeno un insipido pesce d'acqua dolce; sono un pesce selvatico abituato ai mari profondi. Non sono poeta se poesia significa la luna che pende e impallidisce le facce dei fidanzati; la mezzaluna mi piace quando splende dentro il bianco dell'occhio del bue. Non sono poeta; ma se è poesia affondare le mani nel cuore degli uomini che soffrono per spremerne il pianto e lo sconforto; ma se è poesia sciogliere il cappio agli impiccati, aprire gli occhi ai ciechi, dare l'udito ai sordi, rompere catene e lacci e nodi: (un momento che scoppio)... Ma se è poesia chiamare nelle tane e nelle grotte chi mangia poco e veleno inghiotte; chiamare gli zappatori curvati sulla terra che succhia sangue e sudore; e strappare dal fondo delle zolfare la carne cristiana che cuoce nell'inferno: (un momento che scoppio!) ... Ma se è poesia volere mille centomila fazzoletti bianchi per asciugare occhi gonfi di pianto; volere letti morbidi e cuscini di seta per le ossa storcigliate di chi lavora; e volere la terra un tappeto di foglie e fiori che rinfreschi lungo il cammino i piedi nudi dei poveri: (un momento che scoppio!..) Ma se è poesia farsi mille cuori e mille braccia per stringere povere madri inaridite dal tempo e dalla sofferenza senza latte alle mammelle e col bambino in braccio: quattro ossa strette al petto assetato d'amore: (un momento che scoppio!...) Datemi una voce potente perché mi sento poeta: datemi uno stendardo di fuoco e mi seguano gli schiavi della terra, una fiumana di voci e di canzoni: gli stracci all'aria gli stracci all'aria inzuppati di pianto e di sangue. Ignazio Buttitta - Settembre 1954 - Tratto da: "Lu pani si chiama pani

giovedì 17 ottobre 2013

VIVI

"Vivi senza dare tante spiegazioni, perché i tuoi amici non ne hanno bisogno, i tuoi nemici non ci crederanno e gli stupidi non capiranno..."

sabato 12 ottobre 2013

FARE , NON SOLO DIRE

...Il mondo cambia col tuo esempio,non con la tua opinione.

mercoledì 9 ottobre 2013

LE DONNE DI SORRENTO

"Quei lumi, quei begli occhi, e le bellezze Quasi tutte divine Dette le Sorrentine, Che col vivo del volto e belle trezze Son tante inespugnabili fortezze"
da Tradizioni ed usi nella penisola sorrentina descritti da Gaetano Amalfi

domenica 6 ottobre 2013

DOMINARE O ESSERE SERVITI

«Lo so che non si può fare a meno di dominare o di essere serviti. Ognuno ha bisogno di schiavi come di aria pura. Comandare è respirare, anche lei la pensa così? Persino i più diseredati riescono a respirare. L’ultimo nella scala sociale ha ancora il coniuge o il figlio. E se è celibe, un cane. L’essenziale, insomma, è poter andare in collera senza che l’altro abbia diritto di rispondere». Luis Ferdinand Céline, “Viaggio al termine della notte”