martedì 16 luglio 2013

BELLEZZA

"Certe persone non sono belle da morire. Sono belle da vivere." (Manuela Celli)

sabato 13 luglio 2013

LETTERA DA UN AMICO

Mio caro, forse non sarai dove ti aspettavi, ma di sicuro si tratta del posto dove dovevi essere. Forse il vento ti ha spinto fuori rotta per qualche ragione. Forse ci sono delle rocce sul tuo cammino e tu dovrai sollevarle e gettarle via, per raffozzarti. Forse la strada che hai davanti è lunga e tu dovrai imparare a resistere. E forse stai andando a piedi invece che in macchina, e dovrai scoprire la semplicità e la complessità di essere solo nel vasto mondo. Le proposte di viaggi strani sono lezioni di danza di Dio. Fai attenzione ed impara il ballo. Danza e gira e danza ancora, impara il ballo finchè il tuo cuore non è contento. Falsamente tuo Kurt Vonnegut Jr.

giovedì 11 luglio 2013

OGGI

Ogni giorno è un’opportunità. Immagina la fortuna che hai ogni volta che al mattino ti alzi. Ogni giorno, puoi investire il tempo per te, per il tuo lavoro, puoi scegliere, tra tutte le scelte disponibili, di lamentarti e non agire o trasformare ogni secondo in un’opportunità per te e per gli altri. La scelta è solo tua, hai tra le mani la più grande opportunità del tempo da investire per gli altri e per te stesso, tocca a te fare questo investimento. Sii grande, sii folle! Sii te stesso! Stephen Littleword, Nulla è per caso

giovedì 27 giugno 2013

MEGLIO UTOPISTI

"Il lavoro di chi si prodiga per proteggere l’equilibrio tra natura e cultura ha una grande valenza, serve infatti a conservare un patrimonio di saperi che testimonia e rende concreta un’altra e nient’affatto utopistica visione del mondo". G.Gugg

mercoledì 26 giugno 2013

TOGLI TOGLI , RESTA L'INDISPENSABILE.

Senti… ho provato a scrivere tutto quello che c’è tra me e te, tutto quello che penso, che provo, che sento, che spero, che giuro, che voglio, che imbroglio, che credo di aver capito, che so di non aver capito e che comunque che. Poi ho tolto tutto quello che non è essenziale, tutto quello che fa paura, tutto quello che non è sincero, tutto quello che non è vero, tutto quello che non importa, tutto quello che non conta, tutto quello che può essere frainteso, conteso, mistificato, dimenticato, perso: insomma tutto quello che. Alla fine è rimasto questo:sono felice quando sei felice, sono triste quando sei triste. E quando non ci sei mi manchi. Un bacio (indecente) (naturalmente). ( La lettera di Carlo Lucarelli)

IL PESSIMISTA E L'OTTIMISTA

Il pessimista si alza "con la luna". L'ottimista si alza "col sole". Il pessimista ti guarda i piedi. L'ottimista ti guarda negli occhi. Il pessimista vede la lettera "o" come l'ultima di fallimento. L'ottimista come la prima di opportunità. Il pessimista comincia con ciò che manca. L'ottimista con ciò che c'è. Alla sera il pessimista dice:"Adesso incomincia a far buio". L'ottimista dice: "Adesso comincio a veder le stelle!" Il pessimista descrive l'oscurità che lo circonda. L'ottimista accende una luce. Al mattino il pessimista dice:"Sono più vecchio di un giorno". L'ottimista dice: "Sono più ricco di 24 ore!".

lunedì 17 giugno 2013

A CHI SOGNA DI GIORNO

Mattino degli altri! O sole che dai fiducia solo a chi già confida! E’ solo alla dormiente, e non alla morta, speranza che si desta il tuo giorno. A chi sogna di giorno e sogna di notte, sapendo inutile ogni sogno, ma sogna sempre, soltanto per sentirsi vivere e avere cuore, a costoro risplendi senza il giorno che porti, o solo come qualcuno che viene per la via, impercettibile al nostro sguardo cosciente, per non esser noi nessuno. Fernado Pessoa

venerdì 7 giugno 2013

SULL'ORLO DI UN MAGNIFICO BARATRO

“Il vostro tempo è limitato, perciò non sprecatelo vivendo la vita di qualcun’altro. Non rimanete intrappolati nei dogmi, che vi porteranno a vivere secondo il pensiero di altre persone”. “Non coltiviamo il cibo che mangiamo. Indossiamo abiti fatti da altre persone. Parliamo lingue sviluppate da altri. Usiamo sistemi matematici che altre persone hanno ideato. Intendo dire che prendiamo costantemente cose dagli altri. Creare qualcosa è un sentimento meraviglioso ed estatico che ci riporta alla fonte dell’esperienza e della conoscenza umana”.

giovedì 6 giugno 2013

FAI IL POSSIBILE

Non giudicare, non affannarti! La follia cerca, la stupidità giudica; Cura con il sonno le ferite del giorno, E domani sia quel che deve essere. Nel vivere, sappi resistere a tutto, La tristezza, e la gioia, e l'inquietudine. Desiderare che cosa? Per che cosa rattristarsi? Un giorno è passato: e sia grazie a Dio! ○ Fjodor I. Tjutcev

lunedì 20 maggio 2013

CHI SONO ?

Ma chi sono io? La risposta: sono la somma di tutto ciò che è accaduto prima di me, di tutto ciò che mi si è visto fare, di tutto ciò che mi è stato fatto. Sono ogni persona e ogni cosa il cui essere al mondo è stato toccato dal mio. Sono tutto quello che accade dopo che me ne sono andato e che non sarebbe accaduto se io non fossi venuto. E ciò non mi rende particolarmente eccezionale; ogni “io”, ognuno di noi che siamo ora più di seicento milioni, contiene una simile moltitudine. Lo ripeto per l’ultima volta: se volete capirmi, dovrete inghiottire un mondo. Salman Rushdie

venerdì 17 maggio 2013

LASCIA PERDERE

" Affinché il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all'azione. La gente ha paura, tutti dicono lascia perdere" (incipit ad un film)

DECISIONI

"Ero uscito solo per fare una passeggiata ma alla fine decisi di restare fuori fino al tramonto, perch' mi resi conto che l’andar fuori era, in verità, un andare dentro" - John Muir

sabato 11 maggio 2013

LA TENACIA

Niente al mondo può sostituire la tenacia. Il talento non può farlo: non c'è niente di più comune di uomini pieni di talento ma privi di successo. Il genio non può farlo: il genio incompreso è quasi proverbiale. L'istruzione non può farlo: il mondo è pieno di derelitti istruiti. La tenacia e la determinazione invece sono onnipotenti.

domenica 28 aprile 2013

10 REGOLE DI VITA

"Bill Gates ha recentemente tenuto un discorso in una scuola superiore di circa 10 cose che la scuola non vi insegna, ma che dovete imparare il più velocemente possibile! Potrebbero non piacervi. Sappiate però che lui le ha sicuramente applicate! Queste cose parlano dei buoni sentimenti e insegnamenti politicamente corretti che hanno creato generazioni di giovani del tutto privi di senso della realtà della vita. Regola 1: La vita è ingiusta: abituatevi! Regola 2: Il mondo non se ne frega per la vostra autostima. Il mondo si aspetta che combinate qualcosa prima di poterne gioirne voi stessi. Regola 3: Non si guadagnano $ 60.000 all'anno una volta finita la scuola. Non avrete telefono e auto aziendale prima di aver meritato, guadagnato questi privilegi. Regola 4: Se pensate che la vostra insegnante è duro con voi, aspettate di avere un capo. Regola 5: Lavorare in una friggitoria non significa "abbassarsi". I vostri nonni avevano una parola diversa per questo: la chiamavano "opportunità". Regola 6: Se fate un pasticcio, QUESTA NON E 'COLPA DEI VOSTRI GENITORI, smettetela di piagnucolare e imparate dai vostri errori. Regola 7: Prima della vostra nascita, i vostri genitori non erano così noiosi come lo sono ora! Sono diventati in questo modo: * Per pagare le vostra bollette, * Per pulire i vostri vestiti * A furia di ripetere all'infinito quanto siete bravi e intelligenti. Quindi, prima di salvare le foreste pluviali dai parassiti della generazione dei vostri genitori, iniziare a pulire la vostra stanza e mettete in ordine tutto ciò che vi si trova. Regola 8 : in certe scuole sono stati aboliti i voti e i giudizi e vi sono state date delle opportunità per essere promossi: non è così nella vita reale! Regola 9: La vita non è divisa in semestri. L'estate non è un periodo di ferie. E sono molto pochi i datori di lavoro disposti ad aiutarvi a farvi assumere, è vostra responsabilità. Regola 10: La televisione non è "vita reale". Nella vita reale, le persone lasciano il caffè e vanno a lavorare. Se siete d'accordo, fate circolare, in caso contrario, mettere la testa sotto la sabbia e fare un respiro profondo. " Bill Gates

sabato 13 aprile 2013

DESIDERI

"Datemi libri, frutta, vino francese, un buon clima e un pò di musica fuori dalla porta, suonata da qualcuno che non conosco", John Keats

sabato 30 marzo 2013

TI AUGURO TEMPO

Non ti auguro un dono qualsiasi, Ti auguro soltanto quello che i più non hanno. Ti auguro tempo, per divertirti e per ridere; se lo impiegherai bene, potrai ricavarne qualcosa. Ti auguro tempo, per il tuo Fare e il tuo Pensare, non solo per te stesso, ma anche per donarlo agli altri. Ti auguro tempo, non per affrettarti e correre, ma tempo per essere contento. Ti auguro tempo, non soltanto per trascorrerlo, ti auguro tempo perchè te ne resti: tempo per stupirti e tempo per fidarti e non soltanto per guardarlo sull'orologio. Ti auguro tempo per toccare le stelle e tempo per crescere, per maturare. Ti auguro tempo, per sperare nuovamente e per amare. Non ha più senso rimandare. Ti auguro tempo per trovare te stesso, per vivere ogni tuo giorno, ogni tua ora come un dono. Ti auguro tempo anche per perdonare. Ti auguro di avere tempo, tempo per la vita.

venerdì 29 marzo 2013

SOLI

«Credo malgrado tutto che ogni persona sia sola, tutto il tempo. Si vive soli. Gli altri ci stanno intorno, ma si vive soli. Ognuno è come imprigionato nella sua testa, e tuttavia noi siamo quello che siamo solo grazie agli altri. Gli altri ci “abitano”. Per “altri” si deve intendere la cultura, la famiglia, gli amici. A volte possiamo cogliere il mistero dell’altro, penetrarlo, ma è talmente raro! È soprattutto l’amore a permettere un incontro di questo genere. Circa un anno fa, ho ritrovato un vecchio quaderno dei tempi in cui ero studente. Lì prendevo appunti, fermavo delle idee. Una citazione mi ha particolarmente impressionato: «Il mondo è nella mia testa. Il mio corpo è nel mondo». Avevo diciannove anni, e questa continua a essere la mia filosofia. I miei libri non sono nient’altro che lo sviluppo di questa constatazione». Paul Auster, “Una menzogna quasi vera”

IL SUCCESSO

Il successo non è vincere sempre, il successo è vincere le proprie paure, avendo il coraggio di tentare sempre. Non bisogna dimostrare nulla agli altri, ma solo a se stessi.

giovedì 21 marzo 2013

Gli auguri dell'innocenza

Vedere un Mondo in un granello di sabbia, e un Cielo in un fiore selvatico, tenere l'Infinito nel cavo della mano e l'Eternità in un'ora William Blake

lunedì 18 marzo 2013

IL SISTEMA

Il sistema e’ perfetto cosí com’e’. L’unico che deve cambiare sei tu! Esci dal tumultuoso torrente degli eventi e prendine il controllo. Sii domatore di fiumi. Nell’ accusare il sistema del tuo fallimento lo stai idolatrando, gli stai assegnando i poteri di un Dio, ti inginocchi ai suoi piedi, ti pieghi al suo volere, ne diventi schiavo. In altre parole stai facendo il suo gioco, ne sei complice. Dare la colpa per quanto ti accade a qualcuno che non sei tu, significa trasferire la Forza da te a lui. Il Sistema e’ tarato sul livello di coscienza delle masse. Il cibo, le medicine, le leggi, l’istruzione ….. tutto e’ pensato per gestire la coscienza di massa. Il Sistema e’ perfetto, cosí come l’universo e’ perfetto. La responsabilita’ di uscire dal Sistema e’ solo tua, si trova interamente nelle tue mani, non in quelle del Sistema. Ma se vuoi essere libero devi esserlo rispetto ai tuoi stessi meccanismi interiori, non rispetto a qualcuno che si trova la’ fuori. La fuori ci sono solo le tue proiezioni, i tuoi sogni, i tuoi incubi. Se sei infelice a causa del Sistema, allora il Sistema e’ piu’ forte di te, e se e’ piu’ forte di te non puoi vincerlo. Abbandona la descrizione rovesciata del mondo che viene inculcata sin da tenere eta’ nei cuccioli appartenenti alle masse del pianeta. La causa e’ all’interno e l’effetto e’ all’esterno, non viceversa. Non stai male perche’ il mondo e’ brutto, ma il mondo sembra brutto perche’ tu stai male. Il Sistema di cui sei schiavo vuole fortemente che tu continui a lamentarti di lui e se tu iniziassi a combatterlo sarebbe ancora più’ contento. Nel lamentarti gli riconosci potere. La lamentela e’ la preghiera che gli rivolgi tutti i giorni. Nel lamentarti lo stai pregando come si prega un idolo. ”Divieni re e un regno ti sara’ dato.” di: Remo Gatti

sabato 16 marzo 2013

SENSIBILITA'

Essere una persona sensibile vuol dire percepire un tono di voce distante durante una telefonata, riconoscere l'ansia, la paura e la tristezza nella faccia degli altri. Essere sensibile vuol dire fare caso a tutto, e con "tutto" intendo veramente qualsiasi cosa: un fiore sconfitto dal vento, un cane solo, un colore diverso del cielo, un sorriso più sentito, una parola colorata in mezzo a tante parole anonime. Essere sensibili vuol dire vivere dieci, cento, mille vite ogni giorno. Quando sei sensibile non puoi fregartene, farti gli affari tuoi, lasciar perdere. Chi è sensibile, se sa di aver ferito qualcuno si tortura per ore ed ore pensando alla sensazione che gli ha fatto provare. Chi è sensibile dura una fatica immensa. Si dovrebbe aver cura di chi è sensibile, potrebbe morire per una carezza in meno... (S.Casciani)

martedì 12 marzo 2013

DOMANI

VIVI E LASCIA VIVERE

«Ogni tanto tenta di vivere e basta. Vivi semplicemente. Non lottare e non forzare la vita. Osserva in silenzio ciò che accade. Lascia accadere ciò che accade. Permetti a ciò che è, di esistere. Lascia cadere ogni tensione e lascia che la vita fluisca, che accada. E ciò che accade, te lo garantisco, libera.» Osho

lunedì 11 marzo 2013

Il covo delle Sirene

«Capo di Sorrento» e «Capo di Massa» segnano il confine tra le due capitali della penisola; Sorrento è la capitale del piano, degli aranceti e degli agrumeti e, beata e incantata, attende che la raggiunga il rettifilo delle strade da Meta, da Piano, da Positano; Massa, umile e dimessa, è la capitale degli ulivi. E da Massa, per S. Agata, è un infittirsi di paesini e di borgatelle dai sonanti nomi di predii gentilizi romani, disseminati o aggruppati per clivi e valloncelli che il nastro della strada va a ricercare pazientemente come la mazza del pastore dietro le sue pecore sbandate, fino a Nerano e a Termini che segna, proprio come il dio Termine, la fine del verde e delle case: al di là è il promontorio nudo e pelato del Monte S. Costanzo, che apre la palma della sua mano rocciosa tra la Cala di Mitigliano e la baia di Jèranto. Abbandonai quel giorno i luoghi famosi per ville e residenze celebri dall'antichità fino ad oggi, e mi diressi verso la costa inospite e selvaggia che s'apre fra la marina di Cantone e Positano, incavernata di grotte, con qualche rara borgatella di case rimaste guardinghe in alto sui costoni del Monte Tuoro; discesi alla marina di Crapolla che, con uno spacco nella muraglia delle rupi, s'apre come una fauce innanzi alle isole delle Sirene. Vi si giunge calandosi quasi a capofitto dalle ultime case di Torca, per un vallone che doveva essere un tempo un solo grande querceto; gli ultimi cento metri tra il ciglio della rupe e il mare, si discendono per una gradinata rocciosa da far invidia alla scala fenicia d'Anacapri, a volte e risvolte come il gomitolo d'una matassa; e roccia e gradini sono così lisci e consunti da prender l'opalescenza dell'onice e da far pensare alle cavità che vi ha impresso il piede nudo prensile dei pescatori che salgono e discendono con il carico del pesce. Dove la scaléa finisce e la rupe si rispiana, sono i ruderi d'una badìa dedicata a S. Pietro, sovrastante un tempo l'ingresso della baia come il tempio d'una divinità marina. Crapolla è il covo dei pescatori del mare delle Sirene; da essi, ad onta di qualche dotta etimologia, è fiorito quel sapido nome con la stessa popolaresca forma che si ha in Crapa e Crapile, e da essi è nato il culto di S. Pietro che fu pescatore di Galilea prima di essere pescatore di anime. E la marina di Crapolla sembra esser posta proprio là per servire d'approdo alle isole dei «Galli», alle isole delle Sirene. Basta sporgersi dalla rupe di S. Pietro, per vedersele allineate in rango sulla superficie dell'acqua. Sotto costa lo scoglio dell'Isca, il più fronzuto di cespugli e di piante; a mezzo il tragitto, lo scoglio di Vivàro lavato dalle onde; più oltre, a corona, il gruppo delle Sirenusse. Par quasi che siano uscite dal grembo di quella costa e che debbano entro quel grembo rientrare come una nidiata nel covo. Due delle Sirene più avventurose o più ardite adescatrici di canto, si sono staccate dal branco delle compagne: una, Partenope, è riuscita a toccare le felici spiagge di Napoli; l'altra, Leucosia, è andata a morire raminga, più lontano e più sola, a Punta Licòsa. A stabilire una stretta relazione fra le isole e la costa ci sono i ruderi romani, che di greco non resta altro che quel mitico nome dato dei primi navigatori. Ciascuna di quelle isole ha il suo impianto di abitazione, con una o più cisterne, e un molo d'approdo: e, in fondo all'insenatura di Crapolla, ci sono i resti ancora imponenti di una costruzione che, più che a una villa cacciata nello spacco d'una forra, fanno pensare o a una masseria marittima destinata a raccogliere l'olio degli uliveti di Torca e a rifornire di vettovaglie gli abitatori stabili o periodici di quelle ville sul mare, o piuttosto ad una vera e propria stazione navale per la sicurezza dell'abituale rotta di navigazione verso i porti di Pozzuoli e di Napoli. Nel medioevo, quando Crapolla divenne covo di pirati, e nessun nascondiglio sembrò più adatto per spiare e assaltare le navi che giungevano cariche di mercanzie e di viaggiatori dal porti d'oriente, i monaci della Badia, più che al lusinghiero canto delle Sirene e alle aborrite divinità pagane, dovettero pensare a difendere dai pirati barbareschi i poveri casati di Torca e a venire in soccorso di naufraghi e di scampati. Oggi s'entra nella baia di Crapolla sopra un mare di turchese o d'opale, tra due alte pareti di roccia che si richiudono al fondo in un canalone inaccessibile in mezzo a un groviglio di sterpi. Nè un molo nè un pontile di sbarco: la chiglia s'insabbia nella ghiaia con un fruscìo metallico e le barche gialle azzurre e vermiglie tirate in secco sul greto, una accanto all'altra, sono, la sola cosa viva e smagliante in quell'ombroso speco. Tre magazzini coperti d'un voltone rappresentano tutto l'abitato: potrebbero essere tre cappelle bizantine d'una sperduta isoletta greca, e non sono altro che il dormitorio e l'arsenale dei marinai di Crapolla. Al di fuori attorno a un pozzo che raccoglie l'acqua di quel canalone, c'e una fila di nasse simili a grandi ceste di vimini intrecciate con un'eleganza e un magistero da tessitori di tappeti. Nè una donna, nè un focolare: la vita dei pescatori di Crapolla è ancora quella dei naufraghi delle isole delle Sirene. Amedeo Maiuri, da "Il Giornale", domenica 03/07/1943

venerdì 8 marzo 2013

NON SCIUPARLA

"E se non puoi la vita che desideri cerca almeno questo per quanto sia in te: non sciuparla nel troppo commercio con la gente con troppe parole in un vivaio frenetico. Non sciuparla portandola in giro in balìa del quotidiano gioco balordo degli incontri e degli inviti, fino a farne una stucchevole estranea" (C.kavafis)

venerdì 1 marzo 2013

UN PEZZO DI SPECCHIO

Un professore concluse la sua lezione con le parole di rito: “Ci sono domande?”. Uno studente gli chiese: “Professore, qual è il significato della vita?”. Qualcuno, tra i presenti che si apprestavano a uscire, rise. Il professore guardò a lungo lo studente, chiedendo con lo sguardo se era una domanda seria. Comprese che lo era. “Le risponderò” gli disse. Estrasse il portafoglio dalla tasca dei pantaloni, ne tirò fuori uno specchietto rotondo, non più grande di una moneta. Poi disse: “Ero bambino durante la guerra. Un giorno, sulla strada, vidi uno specchio andato in frantumi. Ne conservai il frammento più grande. Eccolo. Cominciai a giocarci e mi lasciai incantare dalla possibilità di dirigere la luce riflessa negli angoli bui dove il sole non brillava mai: buche profonde, crepacci, ripostigli. Conservai il piccolo specchio. Diventando uomo finii per capire che non era soltanto il gioco di un bambino, ma la metafora di quello che avrei potuto fare nella vita. Anch’io sono il frammento di uno specchio che non conosco nella sua interezza. Con quello che ho, però, posso mandare la luce, la verità, la comprensione, la conoscenza, la bontà, la tenerezza nei bui recessi del cuore degli uomini e cambiare qualcosa in qualcuno. Forse altre persone vedranno e faranno altrettanto. In questo per me sta il significato della vita”. (Bruno Ferrero)

mercoledì 20 febbraio 2013

IL LANCIO DELLA MONETINA

Quando sei davanti a due decisioni,lancia in aria una moneta.Non perchè farà la scelta giusta al posto tuo,ma perchè nell'esatto momento in cui essa è in aria,saprai improvvisamente in cosa stai sperando di più....

VIVERE

Si vive d'istanti e d'istinti... ma,purtroppo, anche distanti e distinti.

giovedì 14 febbraio 2013

I FIGLI CRESCONO

È come far volare un aquilone: all'inizio bisogna correre forte tenendolo ben stretto nella mano, in alto tanto quanto il nostro braccio ci consente, finché l'aria non comincia a sollevarlo. Solo adesso puoi mollare la presa, ma è importante continuare a correre mantenendo il filo corto. Questo è il momento più difficile e faticoso ed è quello determinante per la riuscita del volo. Quando l'aquilone ha preso quota lo si affida alla forza del vento perché lo sostenga. Ora non è più necessario correre con lui. Bisogna solo allungare il filo piano piano, controllando sempre che non perda quota. L'aquilone andrà sempre più in alto e, col naso all'insù, lo si potrà ammirare austero, luccicante al sole. Un filo invisibile lo sostiene. E lungo quel filo corre l'amore autentico che non si spezza, l'amore che dà vita, che mai abbandona..... ricorda queste parole "un filo invisibile lo sostiene ".....ogni volta che vorrai io ci saro' tu tira solo quel filo F.MIRANDA

martedì 29 gennaio 2013

Prove tecniche di felicità provvisorie By 0cchidaorientale

Prove tecniche di felicità provvisorie
Ora fermati un attimo e fai una lista delle cose belle. Quelle che ti fanno sentire a casa, che ti fanno sentire leggero, quelle che in un attimo ti riconciliano col mondo. Mettile in fila e in colonna, classificale per importanza, collocale in ordine alfabetico oppure prendile alla rinfusa e lascia che ti sommergano. Pensa a quella canzone degli Smiths, a Calvino, alle tue Converse nuove un momento dopo averle acquistate a Carnaby Street. Pensa alle virgole, alle pause nel momento giusto, alle patatine fritte. Pensa all’estate e alla tua t-shirt preferita, al mese di aprile, ai biscotti appena sfornati. Pensa all’odore di un libro nuovo, agli incipit, alla magia che inanella le parole una dopo l’altra. Pensa alla perfezione delle tue clavicole. Pensa ai viaggi, a tutti gli aerei che vorresti prendere, alle strade che hai camminato e a quelle che ancora ti stanno aspettando. Pensa ai treni che arrivano in orario, alle distanze che si accorciano, alle mancanze che di colpo si colmano, alle congiunzioni. Pensa ai fumetti, alle storie e agli intrecci, ai gesti e alle contraddizioni, pensa alle mensole ricurve di libri, a tutte le parole che leggerai ancora. Pensa alle ciglia, ai risvegli, alla luce. Alla grazia e alla pazienza, alla dedizione e al coraggio. Ecco, tu sei di gran lunga meglio di tutto questo. Non avremo pace finché cercheremo le citazioni migliori e le colonne sonore perfette, finché vivremo di approvazione e pacche sulle spalle, finché avremo bisogno di reti di sicurezza prima di lanciarci. Non ci sarà giustizia finché non diremo la verità con le parole più semplici che conosciamo. Senza scomodare il destino e le affinità elettive, senza ricorrere ai giochi di parole o alle battute ben assestate. Sì sarà sì e no significherà sempre e soltanto no. Non forse e nemmeno magari. Soltanto no. Ti va una sigaretta? È rimasta una copia de L’Internazionale? C’è posto per me nella tua vita? Oggi ci sono parole pesanti racchiuse in pacchi pesanti recapitate in giornate pesanti da un postino distratto che si è pure scordato di scriverci sopra “Alto – Fragile”. Ma verranno giorni senza parole, in cui non avremo vuoti da riempire. Verrà l’acqua che bolle sul fuoco e il sugo che profuma la cucina di domenica mattina. Verranno il basilico fresco e la pioggia forte contro i vetri, i letti sfatti e la lavatrice da riempire. Verranno baci da incorniciare, da appenderli in salotto, da farci una mostra con migliaia di visitatori e poi un’asta da record, perché li vorrebbero tutti dei baci così. Baci da portarli in giro come i circhi che incantano i bambini e in ogni tappa fanno il tutto esaurito. Baci da tessere uno dietro l’altro per farne sciarpe che proteggono dalle intemperie del mondo. Baci irriverenti, da farci guardare male dalla gente, da illuminare le strade di notte, da farne un manuale con le istruzioni per l’uso. Verranno baci così belli da riempirci i prati a primavera, da tuffarcisi dentro in estate, da raccoglierli a grappoli in autunno, da addobbarci i balconi in inverno. Verranno e non avremo nemmeno il tempo di pensarci.

martedì 15 gennaio 2013

I 7 SINTOMI DELLO "SCHIAVO "

1] GIUDICARE (se stessi e gli altri) 2] LAMENTARSI ( a partire dal maltempo, dal traffico, dalla giornata storta e a finire con la crisi, il lavoro, il prezzo della benzina, ecc.) - ( La scuola, l'università, la televisione, la famiglia, creano vittime che si lamenteranno tutta la vita. ) 3] ACCUSARE IL MONDO ESTERNO (ritenersi VITTIMA) 4] CORREGGERE GLI ALTRI (obbligarli a pensare o a fare ciò che soggettivamente si ritiene "GIUSTO/SBAGLIATO") 5] GIUSTIFICARSI (cercando di apparire anzichè ESSERE) 6] DESIDERARE LA CONSIDERAZIONE, L'APPROVAZIONE E L'ATTENZIONE ALTRUI.

martedì 8 gennaio 2013

QUALSIASI E' IL TUO SIGNORE...

Non adirarti contro gli empi, * non invidiare i malfattori. Come fieno presto appassiranno, * cadranno come erba del prato. Confida nel Signore e fa’ il bene, * abita la terra e vivi con fede. Cerca la gioia nel Signore, * esaudirà i desideri del tuo cuore. Manifesta al Signore la tua via, * confida in lui: compirà la sua opera; farà brillare come luce la tua giustizia, * come il meriggio il tuo diritto. Sta’ in silenzio davanti al Signore * e spera in lui; non irritarti per chi ha successo, * per l'uomo che trama insidie. Desisti dall'ira e deponi lo sdegno, * non irritarti: faresti del male, poiché i malvagi saranno sterminati, * ma chi spera nel Signore possederà la terra. Ancora un poco e l'empio scompare, * cerchi il suo posto e più non lo trovi. I miti invece possederanno la terra * e godranno di una grande pace.

mercoledì 2 gennaio 2013

LASCIA UN SEGNO

“Ognuno deve lasciarsi qualche cosa dietro quando muore, diceva sempre mio nonno: un bimbo o un libro o un quadro o una casa o un muro eretto con le proprie mani o un paio di scarpe cucite da noi. O un giardino piantato col nostro sudore. Qualche cosa insomma che la nostra mano abbia toccato in modo che la nostra anima abbia dove andare quando moriamo, e quando la gente guarderà l’albero o il fiore che abbiamo piantato, noi saremo là. “ Ray Bradbury - Fahrenheit 451

lunedì 31 dicembre 2012

APPARTENERE

Non subordinarsi a niente, né a un uomo né a un amore né a un’idea; avere quell’indipendenza distante che consiste nel diffidare della verità e, ammesso che esista, dell’utilità della sua conoscenza. Appartenere: ecco la banalità. Fede, ideale, donna o professione: ecco la prigione e le catene. Essere è essere libero. No: niente legami, neppure con noi stessi! Liberi da noi stessi e dagli altri." Fernando Pessoa

mercoledì 19 dicembre 2012

AMICI VERI

Ho amici che non sanno quanto sono miei amici. Non percepiscono tutto l'amore che sento per loro, né quanto siano necessari per me. L'amicizia è un sentimento più nobile dell'amore. Questo fa sì che il suo oggetto si divida tra altri affetti, mentre l'amore è imprescindibile dalla gelosia, che non ammette rivalità. Potrei sopportare, anche se non senza dolore, la morte di tutti i miei amori ma impazzirei se morissero tutti i miei amici! Anche quelli che non capiscono quanto siano miei amici e quanto la mia vita dipenda dalla loro esistenza... Non cerco alcuni di loro, mi basta sapere che esistono. Questa semplice condizione mi incoraggia a proseguire la mia vita. Ma, proprio perché non li cerco con assiduità, non posso dir loro quanto io li ami. Loro non mi crederebbero. Molti di loro, leggendo adesso questa "cronica" non sanno di essere inclusi nella sacra lista dei miei amici. Ma è delizioso che io sappia e senta che li amo, anche se non lo dichiaro e non li cerco. E a volte, quando li cerco, noto che loro non hanno la benché minima nozione di quanto mi siano necessari, di quanto siano indispensabili al mio equilibrio vitale, perché loro fanno parte del mondo che io faticosamente ho costruito, e sono divenuti i pilastri del mio incanto per la vita. Se uno di loro morisse io diventerei storto. Se tutti morissero io crollerei. E' per questo che, a loro insaputa, io prego per la loro vita. E mi vergogno perché questa mia preghiera è in fondo rivolta al mio proprio benessere. Essa è forse il frutto del mio egoismo. A volte mi ritrovo a pensare intensamente a qualcuno di loro. Quando viaggio e sono di fronte a posti meravigliosi, mi cade una lacrima perché non sono con me a condividere quel piacere... Se qualcosa mi consuma e mi invecchia è perché la furibonda ruota della vita non mi permette di avere sempre con me, mentre parlo, mentre cammino, vivendo, tutti i miei amici, e soprattutto quelli che solo sospettano o forse non sapranno mai che sono miei amici. Un amico non si fa... si riconosce. Vinìcius de Moraes

martedì 11 dicembre 2012

LA SAGGEZZA E' OVUNQUE

"Cercate la saggezza nei libri, in manoscritti rari e poemi criptici se volete, ma cercatela anche nelle semplici pietre, nelle fragili erbe e nel verso degli uccelli selvatici. Ascoltate il sussurro del vento ed il ruggito dell’acqua se volete scoprire la magia, perché è lì che sono nascosti gli antichi segreti." Tratto dal libro “Il praticante solitario” di Scott Cunningham

mercoledì 28 novembre 2012

VIVERE DI SENSAZIONI

Dopo che ieri Napoli è stata collocata al penultimo posto delle città italiane per vivibilità Erri De Luca Scrive: "Ignoro i criteri di valutazione ma dubito che siano adeguati allo scopo. C’è qualità di vita in una città che vive anche di notte, con bar, negozi, locali aperti e frequentati, a differenza di molte città che alle nove di sera sono deserte senza coprifuoco. Considero qualità della vita poter mangiare ovunque cose squisite e semplici a prezzi bassi, che altrove sarebbero irreali. Considero qualità della vita il mare che si aggira nella stanza del golfo tra Capri, Sorrento e Posillipo. Considero qualità della vita il vento che spazza il golfo dai quattro punti cardinali e fa l’aria leggera. Considero qualità della vita l’eccellenza del caffè napoletano e della pizza. Considero qualità di vita la cortesia e il sorriso entrando in un negozio, la musica per strada. Considero qualità della vita la storia che affiora dappertutto. Considero qualità della vita la geografia che consola a prima vista, e considero qualità della vita l’ironia diffusa che permette di accogliere queste graduatorie con un “Ma faciteme ‘o piacere”. Per consiglio, nelle prossime statistiche eliminate Napoli, è troppo fuori scala, esagerata, per poterla misurare." Erri De Luca

'E CUMPAGNE

Cumpagn quann s rir e quann s magn, quann o fatt nu quaglj o cumpagn sa sq
uaglj!

sabato 10 novembre 2012

LA SCELTA

Un uomo si sentiva perennemente oppresso dalle difficoltà della vita e se ne lamentò con un famoso maestro di spirito. “Non ce la faccio più! Questa vita mi è insopportabile”. Il maestro prese una manciata di cenere e la lasciò cadere in un bicchiere pieno di limpida acqua da bere che aveva sul tavolo, dicendo: “Queste... sono le tue sofferenze”. Tutta l’acqua del bicchiere si intorbidì e s’insudiciò. Il maestro la buttò via. Il maestro prese un’altra manciata di cenere, identica alla precedente, la fece vedere all’uomo, poi si affacciò alla finestra e la buttò nel mare. La cenere si disperse in un attimo e il mare rimase esattamente come prima. “Vedi?” spiegò il maestro “ogni giorno devi decidere se essere un bicchiere d’acqua o il mare”. Troppi cuori piccoli, troppi animi esitanti, troppe menti ristrette e braccia rattrappite. Una delle mancanze più serie del nostro tempo è il coraggio, il vero coraggio che di fronte ad ogni problema fa dire tranquillamente: “Da qualche parte certamente c’è una soluzione e io la troverò”